LONDON RIVER
 
recensione london river

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7 luglio 2005: una serie di attentati terroristici sconvolgono il cuore di Londra causando numerose vittime. Comincia così London River. Due persone, molto distanti fra loro, un uomo e una donna, lui nero e lei bianca, lei protestante (più o meno) e lui musulmano, non avendo più notizie dei rispettivi figli decidono di recarsi nella capitale britannica per cercarli. Scopriranno un'atroce e una dolce verità, scopriranno come nel dolore si possano superare le differenze, scopriranno quanto stupidi e ottusi siano i pregiudizi, quanto possano rendere piccolo e meschino un uomo. Lo scoprirà soprattutto lei, abituata a vivere nella parte ricca del pianeta, quella attorno alla quale sembra che tutto debba perennemente ruotare e quella a cui tutto debba essere sempre dovuto. Non gliene si può fare una  
 
colpa. Troppo diverse le esperienze di vita per giudicare le rispettive reazioni, troppo diverse le mentalità, lo spirito con cui affrontano il mondo. Riusciranno comunque a trovare un terreno comune, quello che già avevano trovato spontaneamente i loro figli che innamorandosi avevano spazzato via qualsiasi divergenza culturale. Intorno a loro e agli altri familiari delle vittime c'è la Londra multirazziale, immensa e   recensione london river
brulicante, che non si piega, c'è la solidarietà delle persone, la partecipazione delle istituzioni e delle forze dell'ordine, la cortesia degli sconosciuti. Una città che ha elaborato il lutto senza grandi commemorazioni , cercando fin da subito di guardare avanti. Il regista, Rachid Bouchareb, francese d'origine algerina, sottrae messa in scena e retorica in 87 minuti di film stringati e asciutti concentrandosi con occhio equidistante sui suoi due protagonisti, Brenda Blethyn ineccepibile quando c'è da trasmettere il senso di abbandono e disperazione sorda che non sembra avere possibilità d'uscita (del resto con gli attori inglesi non si scherza) e Sotiguy Kouyaté, miglior attore al festival di Berlino 2009, struggente - qualcuno ha scritto - come un albero ferito e senza foglie. Alla fine di London River resta la sensazione che nello scontro di culture, comunque la si metta, sia sempre quella occidentale a perderci un poco. Quello che emerge, qui e altrove, è che di fronte alle ingiustizie, mentre altre, bistrattate, popolazioni sanno in fondo trovare una parola o un canto di speranza, la nostra, con la sua presunta superiorità, pare non sappia far altro che affondare nell'odio rabbioso ed egoistico.

(di Mirko Nottoli)


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