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RECENSIONE - LO ZIO BOONMEE |
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Locandina "Lo zio Boonmee" |
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lo zio boonmee - recensione
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Inconsueto, a tratti primitivo, è il cinema di Apichatpong Weerasethakul, giovane regista tailandese, che segue sempre il suo slancio creativo, puro, poetico e fortemente evocativo di una cultura, quella orientale, espressa in tutta la sua magnifica memoria. La giuria del 63° Festival del Cinema di Cannes ha premiato con la Palma D'Oro l'ultimo lavoro di Apichatpong, "Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti". Concettualmente rappresentativo di un pensiero filosofico, il film è intriso di un misticismo spiazzante e nello stesso tempo profondo, nel raccontare la vita carnale che si ferma, però senza mai far svanire quella forza animista che abita perennemente il cosmo, presente in tutti gli esseri viventi: persone, animali e piante. Lo zio Boonmee (Thanapat Saisaymar) è un uomo in punto di morte, malato irrimediabilmente, che |
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decide di ritirarsi in campagna per far sì che le voci della natura accompagnino i suoi ultimi momenti di vita. Ed è proprio il rapporto intenso con il paesaggio bucolico che accoglie Boonmee, a produrre situazioni che vanno al di là della normalità. Fantasmi del passato si ricongiungono con l'uomo moribondo, assumendo anche sembianze di animali. Quello di Boonmee è un viaggio a ritroso, fino al ritorno nell'utero |
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materno, che Apichatpong Weerasethakul rappresenta simbolicamente con l'interno di una vecchia caverna che accoglierà "lo zio Boonmee" nel suo commiato con la vita terrena. Concettualmente valido e pregnante, " Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti", è un racconto che lascia molto perplessi per la surrealità delle scene e dei contenuti. Singolare ed enigmatico, il film ha il pregio di porre lo spettatore in una dimensione di riflessione profonda per l'audacia del regista di percorrere parallelamente più livelli narrativi: ora cimenetandosi nel simbiotico rapporto con gli spiriti, ora realizzando l'accettazione della vita reale. Animismo, religiosità, certezza e conforto di un aldilà, sono le tematiche che muovono tutto il racconto di Apichatpong Weerasethakul, onesto cineasta tailandese, che fa del cinema un'espressione soggettiva ed unica, in un rapporto profondo e viscerale con le sue opere. Consigliato a chi già conosce il cinema di Apichatpong Weerasethakul.
(la recensione di Rosalinda Gaudiano )
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