sua ricca carriera di cineasta. Rievocando le sue “spiagge”, la Varda rievoca momenti importanti del ‘900 e si supera nella poetica dei ricordi, espressa attraverso una cinematograficità stilistica sviluppata in maniera sorprendente sull’immagine e sul montaggio che articolano un linguaggio filmico denso di molteplici possibilità espressive. In effetti, Agnès Varda guarda la vita e la mette in scena, la compone e la ricompone

nella memoria, nel ricordo di sentimenti forti, a volte amorevoli a volte crudeli, ma che comunque hanno tessuto il suo vissuto, ricco di situazioni struggenti, memorabili, straordinarie, come gli anni vissuti a fianco di Jacques Demy, morto nel 1990 di AIDS. Un piccolo e toccante gioiello stilistico, “Les plages d’Agnès” merita un grande e caloroso applauso, perché anche se autobiografico, non cade nella trappola del sentimentalismo spicciolo ed evocativo, ma racconta la vita che corre, che scorre, che fugge, attraverso lo sguardo singolare di una Varda che sa rendere sullo schermo la felicità interiore che ha sempre animato i suoi giorni, i suoi anni, le sue emozioni, contenuti dei suoi film. Da non perdere!