LEONI PER AGNELLI
 

recensione leoni per agnelli

 
Si parla di impegno in “Leoni per Agnelli”, film diretto da Robert Redford, presentato alla Festa del Cinema di Roma, che vedremo nelle sale italiane a Natale. Si parla dell’impegno che ciascuno è disposto a prendere nei confronti della società in cui vive, per migliorarla o cambiarla addirittura. In un ufficio del Congresso a Washington si incontrano una reporter, Janine Roth (Meryl Streep) e il senatore Jasper Irving (Tom Cruise) che le ha concesso un’intervista. I due sono vecchie conoscenze dal momento che la giornalista in passato contribuì con un suo articolo a far sì che il senatore diventasse il leader salvatore del suo partito. Ora Irving punta alla Casa Bianca e ha bisogno di convincere la stampa che l’impegno in Iraq per combattere il terrorismo è cosa buona e giusta così come la nuova strategia bellica in Afghanistan. Ma Janine ha ormai passato  
 
la cinquantina e non si lascia abbindolare troppo facilmente. - Abbiamo una nuova strategia in Afghanistan per far dimenticare il disastro in Iraq – recita più o meno una battuta della giornalista, cosciente anche delle responsabilità che ha la stampa del suo Paese, che si è lasciata asservire dal potere politico. Contemporaneamente, nell’ufficio del professor Stephen Malley (Robert Redford) all’Università di Berkeley si svolge una  
conversazione tra lui e un suo studente, Roth (Andrew Garfield). Malley non ha dimenticato i suoi ideali democratici e vorrebbe che Roth, nel quale individua intelligenza e capacità, si impegnasse nei confronti della società e del suo Paese. “È tempo - dice il professore rivolgendosi allo studente che mostra un certo cinismo nei confronti della politica – di mettersi in gioco e non solo con le parole”. Intanto tra le nevi dell’Afghanistan due marines caduti dall’elicottero che li trasportava, affrontano con piglio eroico la loro ultima battaglia. Sono Arian ed Ernst (Derek Luke e Michael Pena), anche loro studenti di Malley, arruolatisi nella convinzione di poter rendere migliore il mondo. “Leoni per Agnelli” non è un film di guerra, anche le scene di battaglia sono coinvolgenti e molto ben girate e la guerra è nei discorsi di tutti i personaggi, sia che si trovino dietro una scrivania o combattano nel gelo afgano. È piuttosto un film sull’atteggiamento della politica, dei media e dei cittadini americani nei confronti di quella e del loro Paese che l’ha dichiarata. Sono espresse le posizioni di tutti, di chi ci crede, di chi invece comincia ad avere un atteggiamento critico e di quanti se ne disinteressano perché delusi. Il film è interessante sotto molti punti di vista, sia per quelli strettamente cinematografici che per quelli attinenti i temi che propone. Non prende posizioni nette ma racconta la situazione. Ottime la regia e la prestazione degli attori, come la fotografia e le musiche. Qualche perplessità sulla sceneggiatura che volutamente concede poco allo spettacolo e all’azione.


(recensione di Claudio Montatori )


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