piano del suo condominio, una fetta di Spagna vera e verace: una piccola congrega di colf devota alla Vergine, ai fornelli e alla risata. Donne di età e di natura diversa, dall'agguerrita Carmen alla placida Dolores, dalla scaltra Pilar alla saggia Concepcion. Un carosello di gonne e di consonanti aspirate, che travolge il tranquillo agente di cambio col suo carico di lacrime e di passioni, di mariti infedeli e di padri ammazzati.

Contagiato dall'istintualità e dalla freschezza delle spagnole, Joubert riscopre una vocazione alla vita soffocata nell'etichetta, una disinvoltura ingabbiata nella pochezza dei rituali domestici. Le donne del sesto piano non è solo una storia d'amore. E' la storia di un secondo viaggio iniziatico, di una rinascita del cuore e dello spirito. Svolto con eleganza e delicatezza, il plot semplice coinvolge senza ricorrere a particolari artifici o coup de theatre. L'unica, vera, trovata del film è il motivo del cambiamento interiore innescato in modo semiserio, tra un occhiolino e una battuta salace. Il resto lo fa la buona recitazione degli interpreti. Tra cui spicca lo stupore liquido, candido, contagioso, del protagonista Fabrice Luchini. Il cinema (non solo quello francese) aggiunge una piccola perla al suo collier.