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LE
CRONACHE DI NARNIA: IL PRINCIPE
CASPIAN |
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recensione: il
principe caspian
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I quattro fratelli
Pevensie vivono la
loro normale esistenza
nella Londra scossa
dalla guerra. Ma ben
altri conflitti li
attendono, di gran
lunga più “alla
vecchia maniera”
e intrisi di eroismo.
Dopo che un candido
corno magico è
stato suonato come
richiesta d’aiuto
‘transdimensionale’,
i giovani sovrani
vengono catapultati,
ad un anno di distanza
dalla loro dipartita,
nel loro legittimo
regno. Quello che
non sanno, ma che
scopriranno presto,
è che a Narnia
sono passati 1300
anni e ora la loro
amata terra è
soggiogata dal crudele
Miraz, impersonato
dal nostro Sergio
Castellitto. Il compito
di Peter, Susan, Edmund
e Lucy questa volta
è quello di
aiutare il legittimo
erede al trono, il
principe Caspian,
a riportare ordine
e pace e, soprattutto,
a ridare libertà
al popolo di Narnia.
Tassi, topi, pantere,
aquile, nani e chi
più ne ha |
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più
ne metta
sono
pronti
a schierarsi
armi
in pugno
al fianco
dei
loro
monarchi
per
poter
riemergere
dai
propri
nascondigli,
da cui
non
possono
più
uscire
da secoli.
Questo
secondo
episodio
della
saga
di Narnia
è,
per
molti
aspetti,
dissimile
da “Il
leone,
la strega
e l’armadio”.
Innanzitutto
è
molto
più
bellicoso
e, in
alcuni
tratti,
addirittura
violento,
nonostante
la firma
in calce
sia
di Walt
Disney;
assalti,
duelli,
battaglie
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in campo aperto
sono disseminati
lungo tutto
il percorso
narrativo,
rendendo l’atmosfera
complessivamente
più
dark e di
sicuro un
po’
più
adulta. In
secondo luogo
i protagonisti
sono palesemente
molto più
smaliziati,
ora pienamente
consapevoli
del loro prestigio
e delle loro
capacità.
“Le
cronache di
Narnia –
Il principe
Caspian”
marca dunque
uno scarto
rispetto all’esordio
dell’epopea
e forse questo
distacco non
si configura
del tutto
in maniera
positiva.
La meraviglia
che fa dei
fantasy contemporanei
una tappa
obbligata
per chi ama
la pura magia
del cinema
viene qui
adombrata
dall’azione
di battaglia,
tra l’altro
non sempre
diretta senza
pecche. Purtroppo
allo spettatore
non vengono
offerti sufficienti
elementi da
giustificare
una tale pletora
di scontri
e, così,
si finisce
per percepire
una sensazione
di gratuità
che lascia
attoniti e,
talvolta,
anche un po’
annoiati.
Per fortuna
che ci sono
i dialoghi
brillanti
degli animali
e certi effetti
speciali da
urlo: la sequenza
del gigante
d’acqua
è tra
le più
belle mai
viste in un
fantasy. In
questo senso
i 200 milioni
di dollari
di budget
sono stati
proprio ben
spesi. E anche
la scelta
delle location
è più
che azzeccata,
anzi a volte
addirittura
originale,
nonostante
gran parte
delle riprese
si siano svolte
in Nuova Zelanda,
come per “Il
signore degli
anelli”
che non si
può
non nominare,
visti gli
espliciti
rimandi presenti
ne “Il
principe Caspian”,
come gli alberi
semoventi
che combattono
al fianco
dei soldati.
Capitolo a
parte meritano
gli attori,
tra i quali
spiccano la
piccola Lucy
(Georgie Henley),
il cattivo
Sergio Castelletto
e il suo generale
Pierfrancesco
Favino. Sottotono
invece il
principe Ben
Barnes, che
nella versione
originale
ha un ben
poco credibile
accento spagnolo
e che, purtroppo,
finisce per
avere solo
l’apparenza
del valoroso
erede al trono.
Altalenante
la regia del
talentuoso
Andrew Adamson,
che passa
da momenti
scontati e
incespicanti
(ad esempio
il singolar
tenzone tra
Miraz e Caspian)
a sequenze
davvero impressionanti
per fantasia,
perizia tecnica
e libertà
espressiva,
soprattutto
nel primo
tempo. Adeguata
la sceneggiatura,
che pure aggiunge
una competizione
tra Peter
e Caspian
che C.S. Lewis
non si era
nemmeno sognato.
Ora sarà
interessante
vedere quale
linea adotteranno
gli autori
per il prosieguo
della saga,
che va ormai
prendendo
una conformazione
autonoma e
in parte anche
rischiosa.
Speriamo comunque
che i prossimi
film meritino
di essere
visti tanto
quanto, a
conti fatti,
lo merita
“Il
Principe Caspian”.
(di Marco
Santello
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cronache di
Narnia: il principe
Caspian"! |
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