LE COLLINE HANNO GLI OCCHI 2
 

recensione

 
Altre serie infinite citate ovunque, hanno il merito di intrattenere, appassionare o ammorbare, a seconda, mentre altre hanno il pregio (!) d’esser tipici prodotti (!) di consumo veloce e tutto sommato innocui. Qui, si patisce la lungaggine e il passo appestante dei dialoghi riempitivi. Eravamo rimasti al riuscito remake (dirigeva Alexander Aja) uscito appena un anno fa, dell'originale di Wes Craven "Le colline hanno gli occhi", ove una famiglia di mutanti carnivori causa esperimenti radioattivi, pasteggiava a famigliuole incaute che si smarrivano. Oggi succede che il governo, a conoscenza delle proprie malefatte, decida di spedire alcuni scienziati (pasto razional/tecnico) a controllare la zona misteriosa e poi, un manipolo di reclute a fine addestramento (pasto militar/carnoso con festino). Scopriamo subito le carte  
 
dichiarando aperta simpatia all’incontenibile clan di deformi che s'ingegnano a spaventare e sterminare il gruppetto di soldatini in prova. Sciocchini e sciocchine in mimetica (pari opportunità anche nell'essere macellati ma le signorine son pure buone a mandare avanti la specie aberrante, si capisce) tutti lì a urlarsi contro e berciare al nulla roccioso "Moriremo tutti!" "Ce la faremo!" "Noooooo!". Si rileva  
inoltre che, essendo babbei e oltremodo incapaci (ma una bussola, no?) s'infilano nel primo tunnel polveroso, facilitando il compito alla famigliola freak. Al timone della regia lo scialbo Martin Weisz (raccontò per immagini la reale vicenda dei folli che si mangiarono l'un l'altro) e come co-sceneggiatore Wes Craven. Par di vederlo, col ghigno annoiato mentre scribacchia qualcosa un tanto al chilo. Finale giusto e bruto (ma altrettanto gratuito in taluni risvolti “gore”) che non si trascina il giudizio universale degli improperi, solo perché si son persi nello sbadiglio.

(recensione di Daniela Losini )


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