LADY SNOWBLOOD
 

lady snowblood recensione

 
Chissà come mai un film come “Lady Snowblood - Blizzard from the Netherworld” del regista giapponese di origini coreane Fujita Toshiya, arriva solo ora in Italia, dopo oltre trent’anni (la sua data di nascita è il 1973) e per di più solo in Dvd. Si tratta niente meno che del film al quale si è ispirato Quentin Tarantino per il suo “Kill Bill” 1 e 2, che ne ha conservato la struttura in capitoli, parte delle musiche e l’idea guida di una donna che diventa una macchina per uccidere mossa da un desiderio (ma in questo caso sarebbe meglio parlare di “destino”) di vendetta. Yuki (Meiko Kaji) è una bambina che è stata concepita e fatta nascere per essere consacrata al compimento della vendetta che sua madre, costretta in prigione, non ha potuto attuare: cercare gli assassini del padre, ucciderli e così vendicare anche la morte in carcere di sua madre. Affida-
 
 
ta ad un monaco, Yuki viene addestrata a uccidere con la spada, con precisione chirurgica e senza emozione, chiunque si opponga alla realizzazione del suo tragico compito. Il suo kimono bianco si colorerà del rosso sangue dei suoi nemici, e il contrasto dei colori si accompagna a quello tra il suo volto virgineo e la violenza delle sue azioni. Nonostante lo scorrere del sangue in grandi quantità, il film è dotato di  
notevole eleganza formale, ha uno stile moderno, una pregevole fotografia (Masaki Tamura) e si caratterizza per la velocità del montaggio che esaspera i ritmi dell’azione, l’utilizzo simbolico di colori saturi, ed è sicuramente uno dei migliori film tratti dai famosi manga giapponesi e in particolare da quelli di Kazuo Koike. Distribuito dalla Key Films, un marchio di recente acquisizione della Lucky Red, la confezione contiene anche il Dvd del sequel, “Lady Snowblood - Love Song of Venegance”, e dunque dovrebbe costituire per gli amanti del genere un “pezzo” da collezione imperdibile, anche se gli extra si limitano ai trailer.

(recensione di Claudio Montatori )

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