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Le metropoli sono
luoghi sterminati
in cui il cittadino
si ritrova in uno
stato di isolamento
e di auto-reclusione.
I quartieri sono dei
presidi, meticolosamente
controllati e organizzati
per negare l’orizzonte
posto oltre gli alti
muri e le recinzioni
di filo spinato. Città
del Messico: nell’
ordinato quartiere
residenziale “La
Zona”, regno
del benessere, tra
vialetti puliti e
villette sontuose
l’adolescente
Alejandro trascorre
le sue giornate, assieme
ad altri coetanei.
Fuori la miseria,
la sofferenza umana
e la disperazione
si agitano inutilmente:
“la Zona”
conduce tranquillamente
la propria esistenza.
Una notte, tre ragazzi
del mondo di fuori
si introducono nel
quartiere benestante
nella speranza di
portar via un po’
di grazia ma vengono
scoperti e due di
loro saranno subito
uccisi. Gli abitanti
del quartiere –
abituati a farsi giustizia
da |
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soli
- si
mettono
subito
in cerca
del
terzo,
Miguel.
Caso
vuole
che
Miguel
si sia
nascosto
nella
cantina
di Alejandro.
Così
il ragazzo
borghese
del
quartiere
chic
scoprirà,
grazie
all’amicizia
con
Miguel,
quel
mondo
oltre
le recinzioni
che
gli
era
sempre
stato
negato.
Alejandro
finalmente
potrà
aprire
gli
occhi
ed esser
testimone
di un
mondo
ingiusto
in cui
la netta
separazione
tra
benestanti
e disperati
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non tiene
fede ad alcuna
logica. Uscire
dalla Zona
e perdersi
tra le infinite
file di baracche
di Città
del Messico
vorrà
dire prendere
coscienza
del Mondo.
“La
Zona”,
lungometraggio
di esordio
di Rodrigo
Plà,
ha avuto un
importante
successo al
Festival di
Venezia vincendo
il Leone d’Oro
del Futuro
come miglior
opera prima.
È un
film importante
perché
racconta,
con una buona
dose di crudezza,
la società
in cui viviamo,
così
cieca e ingiusta.
È un
film fortemente
politico nella
misura in
cui pone con
forza la questione
della sofferenza
e l’imperativo
categorico
per l’arte
di metterla
in forma.
Traccia una
via etica
che il cinema
deve percorrere
se vuol tener
fede a quella
promessa che
da Auschwitz
in poi è
diventata
ineludibile:
testimoniare
per quelli
che non possono
farlo. Ma
“L’arte
è promessa
di felicità.
Una promessa
che non può
mantenere”
(T.W.Adorno).
(recensione
di Delio
Colangelo
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zona"! |
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