LA VITA FACILE - RECENSIONE
 
locandina la vita facile
Locandina "La vita facile"

la vita facile - recensione

 
Stefano Accorsi e Pierfrancesco Favino sono due medici. Uno, Favino, è un ricco chirurgo che lavora nella capitale, l’altro, Accorsi, ha scelto di andare in Africa a prestare soccorso ai più bisognosi. Là viene raggiunto un giorno dall’amico, per trovare, dice lui, un senso alle cose. Ma le ragioni, forse, sono ben altre. “La vita facile” non è mai facile anche perchè spesso ce la si complica. E in fondo è sempre il nostro ego a dettare le nostre scelte, anche quelle più nobili. Lucio Pellegrini sembra mosso da buone intenzioni, purtroppo però i suoi film non riescono mai a raggiungere un grado di elaborazione formale che si elevi al di sopra di quella che sembra essere una prima stesura. Manca la volontà o la capacità di approfondire, di analizzare, di scavare e costruire. Per cui si rimane sempre a pelo d’acqua, la caratterizzazione dei  
 
personaggi resta bidimensionale, le situazioni convenzionali al pari delle loro risoluzioni, le potenzialità della storia, che pur ci sono, incompiute. Così lo scontro di personalità messo in scena da “La vita facile” si traduce dapprima in una serie di edulcorate gag tra il primario abituato agli agi e l'ambiente ostile e poi nel classico triangolo amoroso dove tutti i rancori verranno rinfacciati. Ma nessuno è tanto   recensione la vita facile
doloroso da non potersi risolvere un attimo dopo a bordo piscina bevendo una bottiglia di whiskey. Favino, Accorsi, Vittoria Puccini che fa jogging, Favino che torna a casa e non trova la moglie, la moglie che si sbatte Accorsi di nascosto, sembra di stare in una nuova puntata dell'Ultimo Bacio. Nel frattempo, i problemi dell'Africa rimangono sullo sfondo. L'avidità dell'occidente rimane sullo sfondo. Anche i dissidi interiori dei personaggi rimangono sullo sfondo. Le ragioni della commedia, tutte imperniate su Favino che dice “che cazzo vuoi” in romanesco, rimangono sullo sfondo. Le ragioni della tragedia, tutte imperniate su Accorsi che ascolta il cd che lei gli ha masterizzato, rimangono sullo sfondo. Il “buddy movie”, nulla più dei due protagonisti che si abbracciano confidandosi di volersi bene, rimane sullo sfondo. La morale, se mai ci fosse, rimane sullo sfondo. “La vita facile”, più che un film, uno sfondo.

(recensione di Mirko Nottoli)


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