nto avesse avuto tutte quelle stesure e che c'erano stati tanti altri scrittori e tante bozze prima che arrivassi io" dice lo sceneggiatore, che ha dovuto lavorare per due anni per tradurre in immagini l'essenza della storia e dei personaggi del libro. Anche il regista,
Richard J. Lewis , finora si era occupato soltanto di televisione lavorando sul serial
CSI e anche lui, come Konyves e Lantos, era animato da un grande amore per l'opera originale. Il risultato, finalmente sotto i nostri occhi durante la kermesse veneziana, dove il film è stato presentato in concorso, è un'opera di grande e sincera intensità che emoziona fino alle lacrime e fa altrettanto ridere grazie all'irriverente sagacia del protagonista, in grado di affrontare la vita vestito di un autoironico sorriso. Per ammissione dello stesso autore, il libro racchiude molti elementi autobiografici e in particolare la personalità di
Barney Panofsky ricalca la sua: ed è proprio quest'ultima ad affascinare e a strizzare l'occhio allo spettatore. "In un periodo in cui il mondo occidentale, specialmente quella parte del mondo da cui provengo, pascola docilmente nella dittatura del politicamente corretto" afferma il produttore, "fare un film basato su un libro magnificamente e ampiamente irriverente, mi è sembrato quasi una necessità". Il
punto di vista caustico e disincantato del personaggio nasconde la sua generosità, ostentando brillantemente le spine della sua intelligenza. Tre mogli, un sospetto di omicidio, diverse imprese economiche colmano di spunti interessanti la densa vita di un uomo che lungo la sua intera esistenza combatte con la sensazione di inadeguatezza, cercando di colmarla a tutti i costi e in tutti i modi. È appunto il bisogno di rivalsa sociale, il vero tema che scorre lungo tutto il film e che crea un filo di immedesimazione con chiunque lo guardi. L'amore, il lavoro, l'amicizia, la famiglia, la malattia pulsano nei quattro decenni che Barney spende nell'incapacità di dimostrare a se stesso di essere abbastanza, senza accorgersi della propria straordinarietà.
Paul Giamatti (già premiato dall'Academy per
Sideways , nel 2004) offre un'interpretazione da Oscar, calandosi con sincerità nella parte del protagonista: offre la sua fisicità da uomo comune, il suo sguardo straordinariamente acuto e il suo spirito naturalmente irriverente a
Barney Panofsky e lo accompagna nelle diverse fasi della vita, giungendo fino alla vecchiaia.
(di Maria Silvia Sanna)