LA VERSIONE DI BARNEY
 
locandina la versione di barney

recensione la versione di barney

 
Robert Lantos, produttore del film La versione di Barney, era stato un grande amico, sostenitore e ammiratore di Mordecai Richler, l'autore dell'omonimo romanzo, scomparso nel 2001. A lui il leggendario scrittore ebreo originario di Montréal aveva mandato una copia manoscritta del libro, prima ancora che fosse pubblicato; da allora quel libro era entrato a far parte della sua vita, insieme al progetto di produrne un adattamento per il cinema. "Il personaggio di Barney mi parla" dice Lantos "È la storia di una vita pienamente vissuta, di un uomo con tanti difetti e vizi, ma con un buon cuore. " Come accade a volte con i progetti particolarmente sentiti, la sceneggiatura del film fu scritta più e più volte: le prime versioni furono stese per mano dello stesso scrittore e, dopo la sua morte, vari professionisti si  
 
cimentarono nell'impresa, ma senza risultati soddisfacenti. Lantos voleva qualcuno che sentisse e comprendesse il libro come lui. Nel 2007 l'incontro con il giovane sceneggiatore Michael Konyves, che aveva alle spalle giusto una manciata di sceneggiature televisive, determinò la svolta nella produzione della versione di Barney cinematografica. "Ingenuamente non avevo capito la situazione, non sapevo che l'adattame-   recensione la versione di barney
nto avesse avuto tutte quelle stesure e che c'erano stati tanti altri scrittori e tante bozze prima che arrivassi io" dice lo sceneggiatore, che ha dovuto lavorare per due anni per tradurre in immagini l'essenza della storia e dei personaggi del libro. Anche il regista, Richard J. Lewis , finora si era occupato soltanto di televisione lavorando sul serial CSI e anche lui, come Konyves e Lantos, era animato da un grande amore per l'opera originale. Il risultato, finalmente sotto i nostri occhi durante la kermesse veneziana, dove il film è stato presentato in concorso, è un'opera di grande e sincera intensità che emoziona fino alle lacrime e fa altrettanto ridere grazie all'irriverente sagacia del protagonista, in grado di affrontare la vita vestito di un autoironico sorriso. Per ammissione dello stesso autore, il libro racchiude molti elementi autobiografici e in particolare la personalità di Barney Panofsky ricalca la sua: ed è proprio quest'ultima ad affascinare e a strizzare l'occhio allo spettatore. "In un periodo in cui il mondo occidentale, specialmente quella parte del mondo da cui provengo, pascola docilmente nella dittatura del politicamente corretto" afferma il produttore, "fare un film basato su un libro magnificamente e ampiamente irriverente, mi è sembrato quasi una necessità". Il punto di vista caustico e disincantato del personaggio nasconde la sua generosità, ostentando brillantemente le spine della sua intelligenza. Tre mogli, un sospetto di omicidio, diverse imprese economiche colmano di spunti interessanti la densa vita di un uomo che lungo la sua intera esistenza combatte con la sensazione di inadeguatezza, cercando di colmarla a tutti i costi e in tutti i modi. È appunto il bisogno di rivalsa sociale, il vero tema che scorre lungo tutto il film e che crea un filo di immedesimazione con chiunque lo guardi. L'amore, il lavoro, l'amicizia, la famiglia, la malattia pulsano nei quattro decenni che Barney spende nell'incapacità di dimostrare a se stesso di essere abbastanza, senza accorgersi della propria straordinarietà. Paul Giamatti (già premiato dall'Academy per Sideways , nel 2004) offre un'interpretazione da Oscar, calandosi con sincerità nella parte del protagonista: offre la sua fisicità da uomo comune, il suo sguardo straordinariamente acuto e il suo spirito naturalmente irriverente a Barney Panofsky e lo accompagna nelle diverse fasi della vita, giungendo fino alla vecchiaia.

(di Maria Silvia Sanna)


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