LA SPOSA FANTASMA
 

recensione la sposa fantasma

 
Sull’onda del successo di "Desperate Housewives" ecco Eva Longoria approdare sui grandi schermi nostrani con un filmetto confezionato su misura per lei. Successo che se già in televisione appariva misterioso qua assume connotati davvero inspiegabili. Sarà che per tutta la durata de "La sposa fantasma" non si fa nemmeno una doccia e, con una cofana inguardabile, petulante e sensuale come un sasso nelle scarpe la si vorrebbe vedere morta dopo neanche 10 minuti esatti dall’inizio del film. Richiesta immediatamente accolta, schiacciata, come finisce, da un angelo di ghiaccio mentre organizza, nevrotica come da copione, il suo imminente matrimonio. Se ne fa invece una di doccia la coprotagonista Kate Bell che, pur non essendo Rita Hayworth, basta a rifilare un tondo 10 a 0 alla nostra Eva che  
 
da quando si è sposata ha affiancato Parker a Longoria, in bellezza, presenza scenica, esuberanza e sex appeal. Tra "Ghost" e "Il matrimonio del mio migliore amico", con tutti i derivati che ne conseguono, tra la pletora di commedie di stampo matrimoniale e quelle di filone sovrannaturale, "La sposa fantasma" (titolo originale: "Passerai sul suo cadavere") prende le mosse dalla dipartita della futura consorte alla  
vigilia delle nozze che immancabilmente torna sulla terra per portare a termine un’ultima missione. Peccato che insopportabile com’è viene rispedita dall’aldilà senza un minimo di spiegazione e solo grazie all’aiuto del solito eccentrico non-morto riuscirà ad individuare la strada per compiere il bene di tutti. L’happy end è iscritto già nei titoli di testa; non ci fanno mancare il medium, l’esorcismo, gli animali vocianti, gli infiniti equivoci tra chi vede il fantasma e chi no (stile uno che passa e vede un altro parlare da solo). Comicità e sentimentalismo sono quelli seriali che Hollywood assembla in catena di montaggio. Eppure qualche parentesi divertente il film sa riservarlo, consentendogli di non cadere in quella depressione profonda che contraddistingue la maggior parte di produzioni analoghe. I momenti migliori sono quelli affidati a Jason Biggs che la parte dello sfigato ce l’ha impressa direttamente in faccia. Anche l’innamorato apatico Paul Rudd ci mette del suo. La sensazione è che tutti gli attori siano lasciati completamente a loro stessi il che non deve essere semplice. L’unica che non funziona paradossalmente è propria la Longoria la cui espressività è direttamente proporzionale alla statura. Siamo certi che con performance del genere anche i fan più sfegatati delle casalinghe disperate non impiegheranno molto a rendersi conto di quale bluff sia.


(recensione di Mirko Nottoli )


- Scrivi la tua recensione del film "la sposa fantasma"!
 
 
  Scheda Recensione Locandina  
 

Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2008. Tutti i diritti (sulla recensione e le recensioni) sono riservati.