caricare fortemente le scene ad alta densità emotiva attraverso un uso della fotografia e della colonna sonora che strizza l'occhio agli stilemi del genere horror, come egli stesso dichiara: "Credo che
La solitudine dei numeri primi sia un horror sentimentale sulla famiglia e sulla sua impossibile emancipazione, accompagnato dalle note blu elettrico di un sync analogico". La struttura del film è costituita da un intreccio non lineare di flashback e flashforward, che ricostruisce i traumi infantili dei protagonisti, la nascita della loro amicizia e i rapporti all'interno delle loro famiglie. Proprio queste ultime sono all'origine profonda del disagio di Mattia e Alice. Il primo aveva vissuto in prima persona un lutto molto grave, la morte della sorella gemella leggermente ritardata, per cui continuava a convivere con un lacerante senso di colpa. Inoltre, i suoi genitori avevano grosse difficoltà a stabilire con lui un dialogo, non avendo mai veramente accettato i due figli. Anche Alice non aveva genitori in grado di capirla e in particolare il padre severo e autoritario non faceva che colpire duramente la sua autostima. Quello che ne deriva è un ritratto disfunzionale della famiglia borghese contemporanea, che non sembra in grado di gestire la complessità psicologica degli individui e non riceve nessun tipo di sostegno dalle altre istituzioni. Quello di Costanzo è un racconto, quindi, sull'isolamento nella nostra società in cui ogni individuo rappresenta una monade che solo raramente riesce a costruire un rapporto profondo con qualcun altro.
(di Maria Silvia Sanna)