LA SICILIANA RIBELLE
 
locandina la siciliana ribelle

recensione la siciliana ribelle

 
La siciliana ribelle - una storia vera. Siamo in Sicilia, nel 1985 che sembra il medioevo. La storia vera è quella di Rita Atria, figlia di un capo mafia locale che, all'assassinio prima del padre e poi del fratello, decide di denunciare i membri del suo stesso clan alla magistratura. E del magistrato che la protesse e che grazie a quelle testimonianze poté intraprendere una dura battaglia contro cosa nostra, Paolo Borsellino. Solido film di impegno civile, La siciliana ribelle si inscrive in quella nobile tradizione a cui appartengono anche i recenti I cento passi o Alla luce del sole, storie vere di persone comuni che hanno sacrificato la propria vita alla lotta antimafia. Il film di Marco Amenta, passato all'ultima festa del cinema di Roma, evita l'agiografia come è giusto che sia, conducendoci dentro la mentalità mafiosa. Rita infatti dapprima non cerca giustizia ma  
 
semplice vendetta. Solo col tempo, solo grazie alla vicinanza del giudice e ad una reale presa di coscienza sullo stato delle cose, riuscirà a riconoscere la differenza tra l'una e l'altra e a svincolarsi dagli interessi di parte. Lo sviluppo potrebbe essere tacciato di prevedibilità e schematismo, con alcuni passaggi lasciati nell'ombra, ma il gioco vale la candela, l'intento è edificante e non necessita di disquisizioni sulla   recensione la siciliana ribelle

lana caprina. L'ultima immagine della madre che al cimitero in lacrime prende a martellate la lapide della figlia ci consegna l'amara consapevolezza di trovarsi impotenti di fronte ad un nemico oscuro, impossibile da combattere quanto un virus presente nell'aria. Questa è la mafia, non un oggetto, una persona, un corpo contro cui potersi scontrare. In una regione come la Sicilia la mafia impregna la terra e da lì arriva ad impregnare la testa delle persone che in quella stessa terra affondano le proprie radici, da secoli e da generazioni. E' un qualcosa che sfugge alla normale, ragionevole comprensione per cui la situazione sarebbe così limpida e precisa. Invece non lo è limpida e precisa. Ne sia ennesima triste prova il sindaco del paese che, dopo le morti, le stragi, gli assassini, i processi, le sentenze, accusato, indagato, liberato, viene infine rieletto. Dagli stessi abitanti del paese (chissà da quale parte politica era sostenuto?).


(di Mirko Nottoli)


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