LA SECONDA VOLTA NON SI SCORDA MAI
 

recensione

 
Dopo aver lavorato insieme in “Natale a New York”, Alessandro Siani e Elisabetta Canalis tornano con questa commedia sentimentale che si sofferma sulle casualità della vita attraverso una resa piuttosto caricaturale dei vizi e delle virtù italiane. Il film si apre con una rimpatriata tra compagni liceali. Uno di questi, Giulio, rimane folgorato dalla bellissima Ilaria. Più tardi viene però a sapere che la ragazza è in procinto di sposarsi con Alberto, il titolare dello studio legale nel quale lavora. Oltretutto il giovane deve fronteggiare anche una situazione familiare piuttosto sgangherata: la sorella sta infatti per sposare un “grullo” toscano, la madre si è invaghita di un suo allievo e il padre ha una giovane amante russa. Insomma, tutti gli elementi mirano ad una serie di fraintendimenti e vicende grottesche atte a strappare un sorriso allo spettato  
 
re. E il problema più grande del film sta proprio nel non riuscire nel suo intento principale, ovvero fare ridere. Sono infatti rari gli episodi divertenti e molte delle battute risultano piuttosto scontate e, a volte, infantili. Non aiuta di certo il plot alquanto stereotipato, che delinea una vicenda trita e ritrita, sulla quale c’è poco da aggiungere se non il già visto e già sentito. Il difetto principale sta dunque nel ma-  
nico, ovvero nella sceneggiatura, indubbiamente scialba e monocorde. Il cast bene o male si salva col mestiere. Siani è un discreto interprete che tende alle volte ad un’eccessiva verbosità (in un tentativo di emulazione del grande Troisi). De Caro, Bindi e Albanese fanno il loro dovere e riempiono la scena in modo professionale. La Canalis mostra invece la sua inesperienza, pur in una parte che le si addice e nella quale avrebbe potuto dare di più. Insomma, pur confezionato dignitosamente, "La seconda volta non si scorda" mai è il classico film italiano che dà ragione ai detrattori del nostro cinema. L’unica nota positiva è l’assenza di volgarità, fattore non sufficiente, ma, senza dubbio, rilevante. In chiusura, citazione d’obbligo per le musiche di Pino Daniele, piuttosto adeguate alla vicenda e ben selezionate.



(recensione di Sergio Grega )


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