personaggi, senza rimandare alle pellicole precedenti. Sicuramente non era un'operazione semplice e la tentazione di poggiarsi sulla struttura del primo film comprensibile, tuttavia lo sviluppo della storia, priva di nodi drammatici davvero coinvolgenti (nonostante si indaghi sull'esistenza di un complotto nazionale) e dilatata oltre il dovuto, è più simile a quello di una serie tv che ad un film da grande schermo.

La stessa interpretazione dei protagonisti principali appare un po' sbiadita (salvo rari casi, da segnalare la bella interpretazione di Annita Hallin nel ruolo dell'avvocato difensore), probabilmente perché gli attori in primis hanno sentito una certa opacità degli eventi e l'affievolirsi della tensione narrativa. Un dato di fatto è che Oplev, il regista del primo capitolo, è riuscito ad imprimere una forza maggiore alla storia, evitando che quelle piccole incongruenze narrative dovute al difficilissimo lavoro di trasposizione cinematografica di un romanzo di successo intaccassero la compattezza dell'opera, come invece accaduto nel caso in questione.