LA MUSICA NEL CUORE
 

recensione la musica nel cuore

 
“August Rush” è uno dei film della sezione “Alice nella Città”, inserito nella rosa degli “eventi speciali Première” alla Festa del cinema di Roma 2007. Una favola moderna, narrata tra ritmi di brani musicali e rumori metropolitani. Il palcoscenico è la monumentale città statunitense di New York, che ospita, per un fortuito brevissimo tempo, due giovani musicisti: Louis Connnely (Jonathan Rhys Meyers), chitarrista irlandese e la violoncellista Lyla Novacek (Kery Russell). La magia di una notte d’amore trascorsa a Washington Square, si concretizzerà nove mesi dopo con la nascita di un bambino che, per ironia della sorte, resterà orfano fino all’età di dieci anni. Il bambino, interpretato dal bravissimo Freddie Highmore, vaga per le strade di New York dove incontra un individuo poco raccomandabile che si fa chiamare "il  
 
Mago” (Robin Williams), il quale sfrutterà le versatilità musicali del bambino che chiamerà con il nome inventato di August Rush. August è la personificazione della forza di vivere che esprime dando libero sfogo al suo talento innato e straordinario di musicista. E sarà proprio la magia della musica a trionfare, portando nel medesimo luogo, nello stesso momento il bambino ed i suoi genitori. Una storia narrata con una schiettezza  
e ritmo sorprendenti, che porta la firma di una giovane regista-sceneggiatrice irlandese di grande talento, Kirsten Sheridan, già vincitrice di numerosi premi per la regia di cortometraggi, fino ad aggiudicarsi nel 2002, con il suo primo lungometraggio “Disco Pigs” il premio giuria al Castellinaria Youth Film Festival e la medaglia d’oro al Festival di Giffoni. Con “August Rush” Kirsten Sheridan sorprende non poco per aver saputo condurre la regia coniugando nelle giuste proporzioni professionalità ed innovativa creatività. La scelta della Sheridan di registrare nel film non solo i suoni umani: linguaggio, musica, canto, ma anche i suoni ambientali, ovvero immettere nel contesto il “paesaggio sonoro” come linguaggio comunicativo, costituisce la nota di gran merito per la resa del prodotto. Le note frenetiche di strumenti musicali a corda e percussione si inframmezzano al frastuono dei suoni della città. La scena del bambino che sembra perso nel turbinio della vita della grande metropoli è un momento di forte intensità emotiva. La musica di sottofondo si ferma ed emergono i suoni dei motori delle macchine, il ticchettio dei passi della gente, il rombo dei motori degli aerei che sorvolano il cielo di New York. La città, da luogo anonimo, aberrante, diventa per il bambino sensazione, emozione, scoperta, attraverso una musica insolita: il frastuono dei suoni di rumori quotidiani, che August percepisce come una straordinaria forma di vita. E la musica, in tutte le sue espressioni è altrettanto protagonista, come arte semplice e complessa, come linguaggio privilegiato ed universale, che raggiunge chiunque abita l’universo umano. Chi suona, automaticamente incarna la musica, che è vita perpetua. Kirsten Sheridan ha scelto la musica, l' ha affidata alle straordinarie capacità comunicative di un bambino “vagabondo”, perché le note di una sua creazione musicale, dall’alto di un palcoscenico, riuscissero, in un miracolo, a premiare la speranza alla vita. Queste magiche note musicali costituiscono la colonna sonora, musiche originali di Mark Mancina, profonde e perfettamente integrate nel messaggio comunicativo globale, riuscito alla perfezione per la sua immediatezza e forte positività.

(recensione di Rosalinda Gaudiano )


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