LA FISICA DELL'ACQUA
 
locandina la fisica dell'acqua

recensione la fisica dell'acqua

 
Alessandro (Lorenzo Vavassori) vive con la madre (Paola Cortellesi) in una villetta vicino al lago dove perse il padre. Il giorno del suo settimo compleanno torna nella sua vita lo zio Claudio, un uomo testardo verso il quale Alessandro prova una forte e inspiegabile avversione. Tutto questo lo porterà a manomettere i freni della macchina dello zio che causerà un grave incidente. Il piccolo protagonista, a questo punto, si lancia in un estremo inseguimento verso l'ospedale. E il film racconta proprio questo lasso di tempo in cui lo spettatore entra nel cervello del bambino e scopre la liquidità dei suoi pensieri. Il nucleo centrale, infatti, consiste fondamentalmente nel raccontare il mondo degli adulti, che nascondono tante verità, visto tramite gli occhi di un bambino che tramite il piano della fantasia e del sogno riesce a  
 
raggiungere la verità. Si è guidati dal regista in una visione soggettiva legata ai ricordi e alla memoria dell'infanzia e tocca proprio agli spettatori dare un'interpretazione a questo viaggio poco lineare all'interno di piani di realtà sovrapposti e confusi. Le riprese di questo film sono state ultimate i primi giorni del 2004 ed esce solo ora nelle sale italiane in 60 copie, con la speranza che il passaparola mediatico faccia   recensione la fisica dell'acqua
il resto e ricompensi le spese pubbliche, che l'hanno prodotto (da annotare che il 26 aprile il film sarà visibile, in anteprima, sul sito di mymovies). Film discreto sorretto da un cast sorprendente: magistrale Stefano Dionisi (che il cinema italiano dovrebbe sfruttare maggiormente) e commovente Paola Cortellesi che riesce a liberarsi dei suoi ruoli comici per immergersi nel ruolo di madre. Il migliore, tuttavia, è il piccolo Lorenzo Vavassori che quando ha girato il film aveva solo 7 anni, e quest'anno ha iniziato a frequentare il primo anno di liceo classico: sincero, fresco e toccante. Un po' di confusione qua e là, ma la più importante nota di merito è il montaggio di Esmeralda Calabria che scioglie, mischia e taglia le scene mischiando presente e flashback in un bricolage di tensione e commozione.

(di Francesca Casella )


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