|
|
|
|
|
|
Osservare una classe
di studenti di liceo
con occhio distaccato
ed analitico per poi
diventare soggetto
partecipante di quel
gruppo d’ insegnanti–allievi,
microcosmo umano di
diversità identitarie
e modi di essere,
è in concreto
l’idea che ha
guidato l’ultimo
lavoro cinematografico
del regista Laurent
Cantet. “La
classe” è
un film che ricalca
la storia del libro
di Francois Bégaudeau
(Entre les Mures),
ed ha una linea narrativa
che mano mano si risolve
nei tempi scenici,
fino a definirsi in
un’ottima struttura
filmica. Francois
(Francois Bégaudeau)
ed i suoi colleghi
iniziano il nuovo
anno scolastico in
una classe di liceo
nella periferia parigina.
Multietnicità,
situazioni sociali
differenti e difficili,
contrasti e conflitti
intessono i rapporti
ed il mondo di relazioni
della classe, che
Francois tenta in
tutti i modi di tenere
sotto controllo senza
imporre |
|
|
|
una
disciplina
coercitiva,
anzi
impostando
il rapporto
insegnante-allievo
su un
dialogo
il più
possibile
costruttivo.
Il film
è
dunque
la storia
della
vita
che
si crea
e scorre
giorno
dopo
giorno
in una
classe
liceale.
Una
comunità
di 25
adolscenti,
che
per
crescere
intellettualmente
devono
condividere
emozioni,
situazioni,
conflitti
e segreti
per
un intero
anno
scolastico.
Lo spazio
filmico
è
limitato
per
buona
parte
alle
|
|
|
|
quattro mura
della classe.
Uno spazio
che Cantet
travalica
nel dare corpo
ai concetti
emozionali
che caratterizzano
singolarità
e diversità
soggettive
di cui sono
portatori
allievi ed
insegnanti.
E come nel
libro di Francois
Bégaudeau,
Cantet racconta
la quotidianità
di un mondo
scolastico,
quando il
potere degli
insegnanti
può
arrivare a
comportamenti
gratuiti nei
confronti
degli allievi,
e gli allievi
prendersi
liceità
di eccessiva
parità
con gli stessi
insegnanti,
mettendo in
discussione
quei problemi
legati all’uguaglianza
e soprattutto
al rispetto
reciproco.
Alla fine,
quando si
giunge da
parte dei
docenti a
punizioni
disciplinari
per casi difficili,
non è
poi così
ovvia come
risoluzione,
ma da considerarsi
la più
semplice e
lineare in
un mondo scolastico
ancora arcaico
. “La
classe”
è un
film composito,
anche se argutamente
critico verso
il mondo contemporaneo
della scuola
francese di
oggi. Una
criticità
che Cantet
riesce ad
esprimere
attraverso
la costruzione
attenta dei
singoli personaggi,
dei dialoghi
insistenti
ed il mosaico
di situazioni
esistenziali
che scaturiscono
dal processo
di relazioni
umane all’interno
della classe.
Un affresco
verace e veritiero
di vita scolastica,
che se pur
costretta
in regole,
divieti e
provvedimenti
disciplinari,
si espleta
in tutta la
sua dinamicità
nella forza
delle personalità
di allievi
ed insegnanti
che, giorno
per giorno,
scandiscono
i tempi della
quotidianità
scolastica.
Ognuno ha
il suo mondo
di pensieri
e di sensazioni,
ha il suo
spazio di
vita e di
affetti. Ognuno
pensa e giudica
in rapporto
a tutto questo
e non può
essere diverso
da quello
che è,
sia culturalmente
che socialmente.
Gli attori
del film non
sono attori
di professione,
sono studenti
che hanno
interpretato
se stessi,
riuscendo
in modo schietto
e autorevole
a raggiungere
lo scopo dell’idea
globale del
regista. Meritatissima
la “Palma
D’Oro”
al 61°
Festival di
Cannes, “La
Classe”
è un
film che pur
senza schierarsi
né
dalla parte
degli allievi
né
da quella
dei professori,
si pone comunque
come attento
documento
d’interpretazione
pedagogica
sulla fissità
ancora presente
nel sistema
scolastico-educativo,
a cui forse
il mondo dei
docenti resta
ancorato per
non sapere
(o volere?)
correttamente
valutare il
cambiamento
in atto da
tempo nel
mondo adolescenziale
e giovanile,
rischiando
di fallire,
anche in parte,
nel globale
compito di
educatori,
non adottando
nell’oggi
la giusta
e corretta
forma di comunicazione.
(di Rosalinda
Gaudiano
)
|
-
Scrivi la tua
recensione del
film "la
classe"! |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2008.
Tutti i diritti sono riservati.
|
|
|