LA CASA DEL DIAVOLO
 

la casa del diavolo - recensione

 
Frequentata la Parson School of Design di New York per le Belle Arti, Rob Zombie è stato design artist di riviste porno e poi assistente di produzione sul set. Spaziando in diversi campi d’interesse, il regista è anche leader della band musicale “white zombie” per la quale cura pure l’immagine (marketing, grafica degli album, struttura dei palchi nei concerti), gira video musicali (ha ottenuto un MTV Award), partecipa a colonne sonore (tra cui quella di “matrix”), e data la passione per l’horror ha creato l’antologia di fumetti “Rob Zombie’s Spookshow International” e fondato la casa di produzione cinematografica “Creep Entertainment”. Il film “la casa dei 1000 corpi”, sua opera prima, è stato salutato favorevolmente dalla critica. “La casa del diavolo” (sempre scritto e diretto da Zombie) ne rappresenta la continuazio-  
 
ne, e seppure la traduzione italiana ammicca all’orrore, “the devil’s reject” è piuttosto un thriller d’azione, sanguinolento e intriso di pellicole di riferimento. Dotato di tecnica e talento visivo fino al compiacimento, il cineasta mette in piedi un baraccone guidato da un folle clown, crudele satanista, e da un poliziotto sadico, invasato cattolico. Dentro, una famiglia di assassini gratuiti, psicopatici freaks in fuga dagli  
uomini in divisa di un autoinvestito cacciatore del Male. Ma il Bene – e la simpatia – non stanno da nessuna delle due parti. Violenza per il gusto della violenza, anche se su tutto aleggia il divertimento riservato agli appassionati dell’estremo ludico. E nonostante l’autore si sforzi di far apparire i parenti dal grilletto facile come ribelli, paladini della diversità e quasi romantici, alla fine il rischio è di parteggiare per lo sceriffo torturatore.

(di Federico Raponi)

- Scrivi la tua recensione!
 
 
  Scheda Recensione Locandina  
 

Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2005. Tutti i diritti sono riservati.