LA BELLEZZA DEL SOMARO - RECENSIONE
 
locandina la bellezza del somaro
Locandina "La bellezza del somaro"

la bellezza del somaro - recensione

 
Dopo l’eleganza del riccio, la bellezza del somaro. Virtù dove non te le aspetteresti, basta solo cambiare punto di vista. Il film della premiata ditta Castellitto – Mazzantini, lui interprete e regista, lei sceneggiatrice, è una commedia farsesca, demenziale, surreale, grottesca ma anche una disamina impietosa e puntuale sulla società d’oggi giorno, sui rapporti familiari, su un certo ambiente radical chic composto da una ricca borghesia mai cresciuta, narcisistica e ipocrita. Da un lato ci sono gli uomini, i padri, neo cinquantenni “figaccioni” in crisi di mezza età, dall’altro le donne, le madri, frustrate, insoddisfatte, nevrotiche. Tutti si dichiarano progressisti, emancipati, liberali, pienamente realizzati ma dietro la superficie, data dalla bella casa in campagna, la piscina, il karaoke con gli amici, i libri, l'arte e la cultura  
 
esibiti quali status symbol, le mise eccentriche, le risate e le battute sempre pronte, dietro a tutto questo nessuno è felice. In mezzo ci sono i figli adolescenti, mariuoli perennemente cannati e scazzati dalle acconciature improbabili, e sorpresa delle sorprese, sono loro i più maturi della comitiva, sono loro, i più vituperati, le vittime innocenti di genitori irresponsabili che hanno spacciato il menefreghismo per tolleranza   recensione la bellezza del somaro
e l‘assenza per autonomia, sono loro che devono farsi carico del fallimento di un'intera generazione e ripartire da capo, da soli. Se inizialmente si rimane un po' titubanti, forse per via di una sovra-recitazione che si compiace della propria idiozia stereotipata, si viene poi lentamente rapiti dal vortice di lucida follia messo in scena dal film, un caravanserraglio di personaggi fuori di testa, a tratti sgangherato e discontinuo, ma originale, non scontato, intelligente e spiazzante. Spiazzante come quando la figlia diciassettenne presenta il nuovo fidanzato ai genitori e questi si trovano davanti Enzo Jannacci che di anni ne ha ottanta. Folle, inconcepibile ma solo fino a quando non lo si sente parlare e allora ci si rende conto che ci si può innamorare davvero di uno così. L'autocompiacimento ostentato, l'affettazione delle parole e dei gesti, l'artificiosità di certe situazioni non sono difetti di un film poco spontaneo bensì rappresentano l'essenza dei personaggi che il film vuole mettere alla berlina, descrivendoli in maniera caricaturale, eccessivi e sopra le righe, ma simbolicamente autentici. Castellitto non smette di ripetere che La bellezza del somaro è una commedia in 3D dove la terza dimensione è l'intelligenza. Non possiamo dargli torto. Tra bande di babbi natale bolliti e cinepanettoni ormai rancidi (Belen Rodriguez esclusa!), è la vera alternativa cinematografica per queste feste natalizie 2010.

(recensione di Mirko Nottoli )


- Scrivi la tua recensione del film "la bellezza del somaro"!

- Consulta tutte le recensioni
 
 
  Scheda Recensione Locandina  
 

Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2010. Recensioni e articoli, tutti i diritti sono riservati.