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RECENSIONE - L'ULTIMO ESORCISMO |
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Locandina "L'ultimo esorcismo" |
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recensione - l'ultimo esorcismo
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The Blair witch project-Il mistero della strega di Blair sta facendo ancora i suoi proseliti (alla faccia di Cannibal holocaust) e questo nonostante la sua qualità artistica poco notevole. Gli esiti economici vincenti (a fronte di una spesa minimale) hanno fatto sì che diversi cineasti in seguito si cimentassero sullo stesso meccanismo, andando in cerca di un successo di richiamo. E’ così che negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a falsi documentari miscelati ad altri sotto generi come il monster movie (Cloverfield) o i film di zombi ([rec]), fino alle ghost story (Paranormal activity), dando così un loro contributo, chi nel bene e chi nel male, nel panorama cinematografico in cui vivono questi mockumentary (termine con cui vengono denominati questi falsi documentari). Ne mancava all’appello uno basato sugli esorcismi, ma qualcuno |
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alla fine ci ha pensato. Sotto l’ala produttiva di Eli Roth (Hostel) vede prendere vita questo L’ultimo esorcismo, un horror che sulla carta promette brividi e notti insonni, dato il materiale e le intenzioni. Il reverendo Cotton Marcus (Patrick Fabian) è un uomo pieno di vita e di ambizioni, tanto da confidare molto nel suo mestiere di predicatore e di farne così un documentario da far vedere. Poco incline a |
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credere nell'esistenza del demonio, il nostro riceverà ben presto la chiamata di un uomo, tale Louis (Louis Herthum), che dirà di aver bisogno del suo aiuto. Il problema è che la figlia di quest'ultimo, la dolce Nell (Ashley Bell), sembra essere posseduta da qualche strana presenza demoniaca e Cotton dovrà eseguire un esorcismo per liberarla. Per l'uomo di Dio il problema è facilmente risolvibile, da attribuire sicuramente a qualche disagio fisico nella ragazza, ma in realtà ciò che l'aspetterà non sarà qualcosa da prendere con tanta semplicità. E su queste premesse sembri che L'ultimo esorcismo metta una parola fondamentale sul genere esorcistico, nato senza ombra di dubbio con quel capolavoro che è L'esorcista di William Friedkin. Ma l'opera numero due di tale Daniel Stamm (il suo film d'esordio A necessary death è inedita da noi) con l'andare avanti della visione cerca solo di attirare sempre più l'attenzione grazie all'ausilio dei soliti espedienti, come rumori fuori campo e inspiegabili presenze, ed arrivando verso la fine non fa altro che rendere lo spettatore vittima di quello che, all'apparenza, potrebbe sembrare uno scherzo cinematografico. Gli attori recitano anche al di sopra della media, senza però mancare di punte basse ai limiti dell'amatoriale, ma lo script del duo Andrew Gurland e Huck Botko va nei più beceri luoghi comuni del genere, giusto per poter creare quella dimensione che questo tipo di film ha bisogno, ambientazione rurale in primis. Intendiamoci, L'ultimo esorcismo i suoi spaventi li regala pure, e con un'aurea di noia aggiungiamo, ma quello che ne esce alla fine potrà solo risultare un tentativo (sbagliato) di metter paura sfumato in un ridicolo involontario, vedere per credere. Ed è così che l'opera di Stamm si accoda alla serie di film, malriusciti e realizzati, nati sulla falsa riga del capolavoro L'esorcista .
(recensione di Mirko Lomuscio)
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