attendibile. Anche senza andare a cercare il pelo nell'uovo, il film è decisamente noioso e manca di quei cambiamenti di ritmo e di quei colpi di scena tipici del genere che ogni tanto risvegliano lo spettatore dal suo torpore. Le visioni del figlio relative alla sorellina in coma strizzano l'occhio agli horror giapponesi ormai di moda, ma non riescono ad essere altrettanto inquietanti. Il confronto con i suoi illustri predecessori - con i

i quali si vanta di poter primeggiare- viene perso definitivamente nel finale, che manca totalmente di ogni sorpresa, sussulto e originalità. Un tipico happy-ending Hollywoodiano che nemmeno a Hollywood fanno più per questo genere di film. Anche quello che dovrebbe essere l'entusiasmante viaggio risolutivo dei protagonisti in questa sorta di limbo, facendo un po' il verso ad altri film come "The Cell", si risolve in una scenetta messa in scena con mezzi di fortuna e senza gli stessi elementi evocativi. Film adatto per chi vuol spendere qualche lacrima sui drammi familiari a lieto fine, sconsigliato per gli amanti dei thriller che ti tengono col fiato sospeso.