bisogno di redenzione, resa complicata dai resti della vita precedente, è stato per
Jean Reno il grilletto che ha azionato l'interesse verso questa storia. "È sempre difficile uscire dal proprio ambiente e dal proprio passato." Commenta il famoso attore francese, aggiungendo: "Il prezzo da pagare talvolta è molto alto." E Matteï, oltre a vedere minacciata la propria incolumità e quella della sua famiglia, si vede tradito dagli amici - e questa mancanza di lealtà apre forse una delle ferite più profonde. Accanto a Jean Reno vediamo un altro attore francese di successo:
Kad Merad (protagonista del film
Giù al Nord ) nel ruolo del boss Tony Zacchia, nemesi del protagonista, già migliore amico ai tempi della sua vita fuorilegge. Controparte di questa Marsiglia torbida è la poliziotta Marie Goldman interpretata da
Marina Foïs. Anche lei è un personaggio sfaccettato, perché deve fare i conti con la sua etica professionale da una parte e dall'altra con i propri problemi personali, essendo vedova proprio a causa della malavita. "Naturalmente il suo punto di vista personale diverge da quello professionale. Sullo schermo," afferma il regista "volevo vedere quella realtà umana, quei paradossi. Volevo che ogni delinquente che muore fosse un uomo con una storia. Queste sono contraddizioni che danno umanità al film". Dal punto di vista della costruzione dei personaggi, in particolare dei tre protagonisti principali, la sceneggiatura riesce molto bene a delineare personaggi
complessi e attraversati da sentimenti contrastanti. Apprezzabile come affresco umano, il film è un po' debole nelle scene prettamente di genere: tutte le parti squisitamente action risultano iperboliche e noiose al tempo stesso. Non si contano gli stereotipi di genere, che trasmettono un continuo senso di deja vù. Nel complesso un lavoro un po' in bilico tra interessanti guizzi di umanità e momenti estremamente codificati.
(recensione di Maria Silvia Sanna )