la contrapposizione
tra ricchi
e poveri.
Alcuni episodi
poi, distraggono
dalla vicenda
principale
e quasi disturbano:
sanno di già
visto e in
più
non si conciliano
tra loro.
Qualche caduta
di stile non
manca (sembra
inevitabile
in gran parte
del cinema
italiano):
il ritratto
che si fa
della famiglia
proletaria
è retorico
e probabilmente
datato già
cinquant’anni
fa, alcune
scurrilità
si potevano
tranquillamente
evitare anche
perché
in contrasto
con l’andamento
delicato,
quasi elegante,
di tutto il
film. Punto
di forza de
“L’estate
del mio primo
bacio”
è la
recitazione.
Tutti indistintamente
sono bravi.
Un plauso
particolare
alla giovanissima
Gabriela Belisario:
occhioni da
cartone animato,
misurata e
controllatissima
nella gestualità
e nella mimica,
offre un ritratto
di una ragazzina
apparentemente
odiosa, in
realtà
sola e abbandonata
a se stessa,
veramente
convincente.
Stupefacente
Laura Morante:
così
leggera, così
ironica, così
tenera non
si era mai
vista. Eccezionale
come donna
“svaporata”,
un ruolo per
lei insolito
e che interpreta
confermando
non solamente
un talento
fuori dal
comune ma
una duttilità
rara nel panorama
della nostra
cinematografia.
p.s. Buona
la caratterizzazione
di Neri
Marcorè
e interessante
il suo personaggio:
alla fine
scompare
però
e non se
ne sa nulla
(e gli spettatori
sono portati
a chiedersi
del perché
della sua
presenza).
(di Leo
Pellegrini
)