L'ERA GLACIALE 2
 
 

di Margherita S. di Teulada (****)

 

di Daniela Losini (***)

Continuano le avventure del gruppo di amici più strambo che si possa immaginare: il posato e permaloso mammut Manny, il goffo e invadente bradipo Sid, l’intelligente e ironica tigre dai denti a sciabola Diego, lo sfortunatissimo e microscopico scoiattolo Scrat, alla ricerca della ghianda perduta… Ma si aggiungono stavolta Ellie, una “mammuttessa” petulante e convinta di essere un opossum (!) e i suoi fratelli adottivi Eddie e Crash, due opossum veri, pestiferi e incontenibili. Tutti alle prese con una terribile minaccia: il ghiaccio si sta sciogliendo… dappertutto. Muraglie immense di ghiaccio crollano e il livello dell’acqua sale pericolosamente. Inizia così la corsa verso un’altura in cui tutti gli animali possono trovare l’unico riparo. Ma ci si mettono anche due affamati mostri acquatici a complicare le cose...   Tornano in forma smagliante più che mai i personaggi della strampalata carovana dell’era glaciale: Manny il Mammut (voce di Leo Gullotta), Diego la tigre zannuta (Pino Insegno), Sid il bradipo petulante (un irriconoscibile Claudio Bisio) e un trio di nuovi amici: la Mammut Ellie (Roberta Lanfranchi) e due opossum dispettosi (Francesco Pezzulli e Lee Ryan). Li avevamo lasciati sul ciglio di un mondo che stava per cambiare e li ritroviamo in procinto di partire di nuovo: la calotta polare si sta sciogliendo e le acque gelide presto travolgeranno ogni cosa. Di là della valle, si racconta dell’esistenza di una barca della salvezza (una sorta di arca di Noè ma autogestita) e il gruppo si rimette in cammino. Dialoghi sferzanti e atmosfere meno cupe del precedente, caratterizzato da una malinconia più incisiva rispetto al secondo capitolo che
 
 
 
Correte. Correte a vedere il cartone più bello degli ultimi 10 anni (se non di più). “L’Era Glaciale 2 – Il Disgelo”, gioiello realizzato dalla Blue Sky Studios per la Fox, è un incredibile, esuberante concentrato di battute spiritosissime, di situazioni esilaranti, di personaggi assurdi. Visivamente strepitoso: basta guardare la soffice e folta coda di Scrat e le sue innumerevoli espressioni, il pelo cangiante dei mammut, i teneri occhi di Mannie. Il clou è forse la scena del disgelo, con il disfarsi del ghiaccio e tutti i giochi di luce sull’acqua. Le chicche irresistibili si susseguono: dalla mammut Ellie che dorme appesa agli alberi come gli opossum, alle migliaia di bradipini colorati che inneggiano a Sid e lo imitano; a tutti gli animali improbabili che, nella via per la salvezza, ne dicono e ne fanno di tutti i colori; ai due opossum che citano John Belushi in una leggendaria scena dei Blues Brothers”. E, sopra tutti, lui, la vera star già dai tempi dell’ “Era Glaciale” : lo scoiattolino Scrat, che qui imperversa in numerose scene facendo rischiare allo spettatore il soffocamento per troppe risate. La scena finale che lo vede protagonista è semplicemente geniale. Infine, un doppiaggio perfetto (diversamente da quanto spesso accade in altri cartoon) che non fa rimpiangere le voci made in USA, con un irriconoscibile Bisio per Sid, Leo Gullotta per Mannie, il favoloso Pino Insegno per Diego, e in aggiunta in questo secondo round Roberta Lanfranchi presta la voce a Ellie e Lee Ryan, ex cantante dei Blue, è un fantastico Eddie.

Curiosità: i buffi versetti di Scrat sono di Chris Wedge, il regista del primo cartoon.





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  predilige invece ironia e talvolta toni sagaci, smorzano situazioni prevedibilmente zuccherose, come il gioco delle parti tra i due Mammut che dovrebbero portare avanti la specie in via d’estinzione. Sid, il Bradipo ha le tipiche manie di grandezza dell’incompreso ma finisce bastonato in ogni situazione come Will il Coyote. Al culmine, i suoi simili lo rapiscono per sacrificarlo al dio della montagna come offerta per fermare la marea. La tigre ha i suoi problemucci di fifa con l’acqua ma poco male, perché più della paura potè la volontà. Il buonismo (mai troppo smaccato) è bilanciato dalla presenza dei Condor, che seguono il branco con l’esplicita speranza che si trasformi in cibo, declinando il desiderio anche in un curioso musical finale dai toni macabri. Realistica e ben definita la realizzazione, appassionanti le caratterizzazioni, coinvolgente il risultato d’insieme. E lo scoiattolo Scrat con la sua famigerata ghianda? Ha tutto lo spazio che merita e anche di più, suscitando le risate più convincenti sino all’ultimo gustoso fotogramma.


 
 
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