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di
Margherita
S. di Teulada
(****)
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Continuano
le avventure
del gruppo di
amici più
strambo che
si possa immaginare:
il posato e
permaloso mammut
Manny, il goffo
e invadente
bradipo Sid,
l’intelligente
e ironica tigre
dai denti a
sciabola Diego,
lo sfortunatissimo
e microscopico
scoiattolo Scrat,
alla ricerca
della ghianda
perduta…
Ma si aggiungono
stavolta Ellie,
una “mammuttessa”
petulante e
convinta di
essere un opossum
(!) e i suoi
fratelli adottivi
Eddie e Crash,
due opossum
veri, pestiferi
e incontenibili.
Tutti alle prese
con una terribile
minaccia: il
ghiaccio si
sta sciogliendo…
dappertutto.
Muraglie immense
di ghiaccio
crollano e il
livello dell’acqua
sale pericolosamente.
Inizia così
la corsa verso
un’altura
in cui tutti
gli animali
possono trovare
l’unico
riparo. Ma ci
si mettono anche
due affamati
mostri acquatici
a complicare
le cose... |
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Tornano
in forma smagliante
più che
mai i personaggi
della strampalata
carovana dell’era
glaciale: Manny
il Mammut (voce
di Leo Gullotta),
Diego la tigre
zannuta (Pino
Insegno), Sid
il bradipo petulante
(un irriconoscibile
Claudio Bisio)
e un trio di
nuovi amici:
la Mammut Ellie
(Roberta Lanfranchi)
e due opossum
dispettosi (Francesco
Pezzulli e Lee
Ryan). Li avevamo
lasciati sul
ciglio di un
mondo che stava
per cambiare
e li ritroviamo
in procinto
di partire di
nuovo: la calotta
polare si sta
sciogliendo
e le acque gelide
presto travolgeranno
ogni cosa. Di
là della
valle, si racconta
dell’esistenza
di una barca
della salvezza
(una sorta di
arca di Noè
ma autogestita)
e il gruppo
si rimette in
cammino. Dialoghi
sferzanti e
atmosfere meno
cupe del precedente,
caratterizzato
da una malinconia
più incisiva
rispetto al
secondo capitolo
che |
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Correte. Correte
a vedere il
cartone più
bello degli
ultimi 10 anni
(se non di più).
“L’Era
Glaciale 2 –
Il Disgelo”,
gioiello realizzato
dalla Blue Sky
Studios per
la Fox, è
un incredibile,
esuberante concentrato
di battute spiritosissime,
di situazioni
esilaranti,
di personaggi
assurdi. Visivamente
strepitoso:
basta guardare
la soffice e
folta coda di
Scrat e le sue
innumerevoli
espressioni,
il pelo cangiante
dei mammut,
i teneri occhi
di Mannie. Il
clou è
forse la scena
del disgelo,
con il disfarsi
del ghiaccio
e tutti i giochi
di luce sull’acqua.
Le chicche irresistibili
si susseguono:
dalla mammut
Ellie che dorme
appesa agli
alberi come
gli opossum,
alle migliaia
di bradipini
colorati che
inneggiano a
Sid e lo imitano;
a tutti gli
animali improbabili
che, nella via
per la salvezza,
ne dicono e
ne fanno di
tutti i colori;
ai due opossum
che citano John
Belushi in una
leggendaria
scena dei Blues
Brothers”.
E, sopra tutti,
lui, la vera
star già
dai tempi dell’
“Era Glaciale”
: lo scoiattolino
Scrat, che qui
imperversa in
numerose scene
facendo rischiare
allo spettatore
il soffocamento
per troppe risate.
La scena finale
che lo vede
protagonista
è semplicemente
geniale. Infine,
un doppiaggio
perfetto (diversamente
da quanto spesso
accade in altri
cartoon) che
non fa rimpiangere
le voci made
in USA, con
un irriconoscibile
Bisio per Sid,
Leo Gullotta
per Mannie,
il favoloso
Pino Insegno
per Diego, e
in aggiunta
in questo secondo
round Roberta
Lanfranchi presta
la voce a Ellie
e Lee Ryan,
ex cantante
dei Blue, è
un fantastico
Eddie.
Curiosità:
i buffi versetti
di Scrat sono
di Chris Wedge,
il regista del
primo cartoon.
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predilige
invece ironia
e talvolta toni
sagaci, smorzano
situazioni prevedibilmente
zuccherose,
come il gioco
delle parti
tra i due Mammut
che dovrebbero
portare avanti
la specie in
via d’estinzione.
Sid, il Bradipo
ha le tipiche
manie di grandezza
dell’incompreso
ma finisce bastonato
in ogni situazione
come Will il
Coyote. Al culmine,
i suoi simili
lo rapiscono
per sacrificarlo
al dio della
montagna come
offerta per
fermare la marea.
La tigre ha
i suoi problemucci
di fifa con
l’acqua
ma poco male,
perché
più della
paura potè
la volontà.
Il buonismo
(mai troppo
smaccato) è
bilanciato dalla
presenza dei
Condor, che
seguono il branco
con l’esplicita
speranza che
si trasformi
in cibo, declinando
il desiderio
anche in un
curioso musical
finale dai toni
macabri. Realistica
e ben definita
la realizzazione,
appassionanti
le caratterizzazioni,
coinvolgente
il risultato
d’insieme.
E lo scoiattolo
Scrat con la
sua famigerata
ghianda? Ha
tutto lo spazio
che merita e
anche di più,
suscitando le
risate più
convincenti
sino all’ultimo
gustoso fotogramma.
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