che fa da contorno è ampliamente sfruttato ed ogni personaggio ha un preciso background funzionale alla storia, come spiega lo stesso regista
:“da tempo mi frullava in testa l'idea di raccontare una storia con dei mercanti d'armi. Uomini formali, con dei bei vestiti, una bella famiglia: ma pur sempre persone che creano armi che uccidono. Ma non volevo fare un film intellettuale, volevo la commedia. Allora ho deciso di far scontrare questi mercanti d'armi con dei rigattieri che ricordano molto i personaggi di Toy Story” . Personaggi unici, marginali e ingenui.. eppure ognuno di loro ha qualcosa di distintivo ed unico, utile alla trama. E la trama, per quanto tratti un tema serio e per niente caricaturale, mantiene il carattere favolistico che caratterizza tutti i film di Jeunet; situazioni strambe e anacronistiche, tic e particolarità, colori, musiche che rendono, già ad un primo sguardo, riconoscibile il tocco del regista. Eppure il risultato, nonostante tutto, non è dei migliori: la storia è annacquata dalle troppe sotto-trame e dalle troppe citazioni che danneggiano il ritmo e non lasciano nulla. Probabilmente la collaborazione con Hollywood non giova troppo ad uno dei migliori rappresentanti del cinema Europeo vivente.
(recensione di Francesca Casella)