L'AMANTE INGLESE
 
locandina l'amante inglese

recensione l'amante inglese

 
"L'amante inglese" è la storia di una passione travolgente, per cui si è disposti ad abbandonare una vita agiata ma ormai senza sentimenti, affrontando qualunque difficoltà; è la storia di una vendetta, di come si possa giocare sporco per riconquistare ciò che si è perso, senza alcun interesse per i sentimenti dell'altro; è il racconto di una condizione femminile, di una casalinga senza indipendenza economica, trattata dal marito come una proprietà su cui arrogare diritti, che vorrebbe riconquistare la sua libertà ricominciando a lavorare e inseguendo un nuovo amore. Insomma, tre drammi in uno, che non lasciano neanche un momento per tirare fiato. La trama si appoggia su uno dei più classici cliché della letteratura: la moglie borghese si innamora dell'operaio che non può darle benessere economico, ma solo amore  
 
viscerale, e decide di lasciare un noioso e supponente marito, qui interpretato da un ottimo Yvan Attal. Kristin Scott Thomas, nel ruolo di Suzanne, passa in rassegna tutti i sentimenti umani con incredibile maestria, rendendo palpabile la passione fra lei e Sergi Lopez. Il ruolo dell'operaio Ivan, maschio rude ma dal cuore tenero, calza a pennello per Lopez, anche per il contrasto fisico con Attal. I pregi e   recensione l'amante inglese
i difetti di questo film risiedono entrambi nella modalità con cui viene raccontata questa passione: la spirale di difficoltà, soprattutto economiche, in cui ricadono i due protagonisti, fino al tragico epilogo, rende il racconto molto più credibile rispetto a un film con il classico happy ending (con un forte realismo dato da una fotografia senza fronzoli, da reportage). Il morboso attaccamento dei protagonisti nel seguire il proprio sentimento, senza spazio per la razionalità, rischia però di far percepire le scene di maggiore drammaticità come eccessive, al limite con il melò. In definitiva, è un film che si regge principalmente sulle ottime interpretazioni degli attori, senza battute che restano in mente, a parte la liberatoria (per lo spettatore) uscita del marito con cui sbeffeggia "la borghese e il proletario", e con poche trovate registiche di rilievo. Un film dal tocco esplicitamente femminile, dichiarato in più occasioni dalla regista Catherine Corsini, che soddisferà appieno il pubblico che apprezza le storie di amori tormentati, lasciando poco spazio per chi non è fan del genere.

(di Chiara Galeazzi)


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