KEN IL GUERRIERO - LA LEGGENDA DI RAOUL
 
locandina KEN IL GUERRIERO - LA LEGGENDA DI RAOUL

recensione

 
Giunti al terzo capitolo dei cinque previsti sull'epopea di Kenshiro, in occasione dei venticinque anni della nascita per mano del duo Tetsuo Hara e Buronson, il senso e gli obiettivi della pentalogia si cominciano a delineare più chiaramente. La storia del legittimo successore della divina scuola di Hokuto, chiamato a liberare il mondo dall'apocalisse post-atomica, è scomposta e rivissuta attraverso gli occhi di ognuno dei personaggi chiave, così da avere una panoramica totale sulla dinamica degli eventi. Se si esclude l'inserimento di qualche personaggio marginale, le novità rispetto alla serie animata sono praticamente nulle. Ovviamente l'esigenza di comprimere ogni volta 109 puntate in poco meno di un'ora e mezza costringe da un lato a correre, a saltare, a elidere, e dall'altro a continue spiegazioni per bocca degli  
 
astanti per cercare di tenere collegato tutto il vasto materiale narrativo. Sforzo purtroppo vano perché o si è ben preparati su quanto è successo oppure è matematico non capirci nulla. La dichiarazione tuttavia è implicita: solo per i fan, astenersi perditempo. Rimane intatta tutta la complessa mitopoietica di una saga diventata ormai leggendaria che ha emozionato e riempito i cuori di milioni di giovani che continuano a   recensione KEN IL GUERRIERO - LA LEGGENDA DI RAOUL

seguirla anche quando giovani non lo sono più tanto. Rimane intatto il valore dei contenuti, dei sentimenti, l'epica nutrita di modelli archetipi che in quanto archetipi rifuggono la retorica parlando direttamente al cuore delle persone e non si preoccupano di un animazione old style monolitica e a tratti zoppicante. Come in un poema omerico si parla di Crudeltà, di Lotta, di Lealtà, di Vendetta e di Perdono. Di Eroismo e di Sacrificio, di Tradimento ed Espiazione. Di Patricidi e Fratricidi. Si parla di Amore in tutte le accezioni che il termine possiede. Riecheggiano riferimenti biblici e profezie messianiche. Kenshiro è il Salvatore e come il Cristo dovrà compiere un cammino di sofferenza prima di raggiungere la vita eterna. Se Kenshiro è il Salvatore Toki è il Battista, colui che sembrava il prescelto ma che si sacrifica e spende la propria vita ad aiutare il prossimo. Julia è la Madonna, la grande Madre da cui tutto si origina, che dà vita e speranza al genere umano. E Raoul? Raoul è il potere, Raoul è la forza bruta e ostinata, accecato dall'ambizione che non capisce che la compassione è la virtù dei grandi. Lo capirà. Tardi, ma lo capirà. Come nei precedenti capitoli si intravedono vecchie conoscenze, Shuren del fuoco e Fudo della Montagna che fanno la fine che conosciamo. Ne "La leggenda di Julia" (il primo capitolo uscito direttamente in dvd) fa capolino per un nanosecondo l'irraggiungibile Rey. Ne "La leggenda di Hokuto", Shu. Rispettivamente l'uccello d'acqua e l'airone bianco di Nanto. Troppo poco comunque lo spazio per entrambi. Che è pur sempre meglio di niente che è quanto riservato a Juza delle nuvole, tagliato in toto e chissà se riusciremo mai a perdonare i responsabili per questo. Restiamo in attesa de "La leggenda di Toki" e, per concludere, "La leggenda di Kenshiro" dove lo rivedremo, pare, nella terra dei Demoni a vedersela con Hyo e Kaio. E qui la storia si complica ulteriormente tra genealogie dirette, discendenze acquisite o adottive. Solo per addetti ai lavori, certo. Che gli altri si trovino un altro passatempo e non disturbino. Chi ha mai pensato che un po' di snobismo sia un male?


(di Mirko Nottoli)


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