THE KARATE KID
 
locandina karate kid

recensione The karate kid

 
A 26 anni dal film culto omonimo, The Karate kid ritorna sugli schermi in una versione aggiornata e moderna. Al posto dell'adolescente italo americano Daniel-san abbiamo Dre Parcker, interpretato da Jaden Smith, che invece di trasferirsi dal New Jersey in California fa uno spostamento molto pił radicale: da Detroit va in Cina. Pił precisamente a Pechino. Qui, cercando di integrarsi e di fare breccia nel cuore di una ragazzina che sogna di fare la violinista, si scontra immediatamente con il bullo della scuola che lo atterra a suon di arti marziali. Il povero Dren, malconcio e in terra straniera, troverą l'aiuto di Mr. Han, operaio del quartiere, che prende il posto del leggendario maestro Miyagi dell'originale anni '80 ed ha le fattezze di Jackie Chan. E' vero, non si sentiva certo la mancanza di un remake del genere, ma, inaspettata-  
 
mente, funziona. Jaden Smith (figlio del popolarissimo Will, con cui ha commosso mezzo mondo in Alla ricerca della felicità , e di Jada Pinkett Smitt, la Niobe di Matrix ) ha dalla sua un patrimonio genetico stra-favorevole che gli ha concesso il physique du role e una buona dose di disinvoltura e simpatia davanti alla macchina da presa che ne fanno una promettente stellina di domani. Accanto a lui Jackie Chan, uno degli   recensione karate kid
attori orientali più famosi al mondo, degno erede di Bruce Lee, come al solito dà il meglio di sé in mirabolanti acrobazie e con la sua contagiosa simpatia. Nel cast c'è anche Taraji P. Henson, nel ruolo della madre di Dre, fresca di nomination Oscar per Il curioso caso di Benjamin Button . Il mondo si sa (e soprattutto gli americani) adora le storie di riscatto personale: il piccolo Dren, come da copione, tra disagi e difficoltà, con tenacia, fatica e versando sangue e sudore scoprirà chi è veramente, che cosa vuole e cosa può fare. Il tutto finirebbe lì come un qualsiasi film adolescenziale se non fosse che la produzione (in cui ha messo lo zampino papà Smith) è una delle prime serie collaborazioni USA-Cina: c'è infatti lo sforzo evidente di unire il meglio dello spirito americano alla millenaria cultura cinese. Il pratico buon senso yankee si fonde così alla solida concentrazione orientale, mostrandoci anche le bellezze di Pechino, città allo stesso tempo antica e moderna. E se in certi momenti il film mostra troppo la voglia di fare un grande spot a Pechino e dura stranamente molto per un film di questo tipo (più di due ore!) il tutto scorre via piacevolmente e senza fatica, divertendo grandi e soprattutto piccoli. Anche se, per quanto si siano impegnati, il vecchio stile "dai la cera, togli la cera" rimane imbattibile.

(di Valentina Ariete )


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