ITALIANS
 
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Giovanni Veronesi, due anni dopo il successo di "Manuale d'amore 2" torna alla regia, sempre prodotto da Aurelio De Laurentiis con un nuovo tema: la voglia e il desiderio di raccontare come gli italiani all'estero si facciano sempre riconoscere, come il viaggio a volte può cambiare il destino di una vita, nel bene e nel male e da vigliacco, a volte, puoi diventare un eroe o viceversa. Le storie sono due; Fortunato (Sergio Castellitto, qui in un ruolo brillante) trasporta da anni Ferrari rubate negli Emirati Arabi per conto del suo datore di lavoro. Decide che vuole smettere e sceglie come suo successore un giovane ragazzo che lavora da poco in azienda, un certo Marcello (Riccardo Scamarcio); i due partono insieme incontrando non poche difficoltà e imprevisti, ma l'incontro con Hamed, amico di Fortunato da anni e sua figlia Haifa (una  
 
Valeria Solarino mai anonima) renderanno il loro viaggio unico e speciale. Il ritorno alla realtà li costringerà a un duro confronto e a scelte difficili. Il secondo episodio vede protagonista Giulio (il sempre divertente Carlo Verdone), dentista, abbandonato dalla moglie, alla ricerca di un percorso per risollevarsi dalla depressione; un amico gli suggerisce, nel corso del suo viaggio in Russia, di rivolgersi a Vito Calzone (un esilarante   recensione italians

Dario Bandiera), un buffo organizzatore di incontri a sfondo sessuale. Qui gli equivoci non mancano e neanche inseguimenti e sparatorie, ma Giulio conoscerà anche un'altra realtà, un mondo ai margini dove bambini senza genitori e senza amore crescono sostenendosi vicendevolmente, grazie anche all'aiuto di Vera (Ksenia Rappoport). Racconti di italiani sempre pronti a creare guai, a battersi per difendere l'onore di essere parte di questo popolo, sempre pronto a cantare anche se in maniera imbarazzante, a rendersi un po' ridicoli ma anche sempre pronti a prendersi in giro e a tendere una mano. La canzone, filo conduttore del film, è "Meraviglioso" canzone portata al successo da Modugno nel 1967, qui cantata dai Negramaro proprio su suggerimento del regista Veronesi. L'idea iniziale del film (scritto da Veronesi e Chiti con l'aiuto di Verdone) non è male e neanche lo sviluppo delle due storie, ma i luoghi comuni sono dietro l'angolo, così come un lieto fine troppo sdolcinato, dove la realtà sfugge e vince il buonismo diffuso. Veronesi è stato sempre il cantore dell'ottimismo e non potrebbe essere altrimenti anche in questo caso, ma in passato le sue intuizioni poggiavano su un intreccio narrativo scorrevole e sufficientemente valido; in questo caso tutto è molto stucchevole, poco reale, ma soprattutto i personaggi e non le interpretazioni sono poco convincenti, spesso abbozzati. Deludente.


(di Tamara Malleo)


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