dilungandosi un po’ troppo nel prologo iniziale e soprattutto non approfondendo quanto avrebbe potuto proprio l’evoluzione personale del protagonista, si rivela nel suo genere una piacevole scoperta. Dietro la macchina da presa nessun nome noto ai fan di questo filone cinematografico, ma Jon Favreau, conosciuto per lo più come attore (“Cose molto cattive”, “Daredevil”) che come regista (“Elf”, “Zathura”),

che a dispetto di quanto si possa pensare riesce a confezionare un buon prodotto. La storia comincia raccontando delle origini del supereroe, e, pur con le dovute (e necessarie) differenze – se per esempio nel fumetto il protagonista armava l’esercito durante la guerra in Vietnam qui fornisce il proprio ‘aiuto’ per l’intervento afghano, o il fidato maggiordomo Jervis che vediamo trasformato in un simpatico robot tuttofare – rimane fedele allo spirito dell’originale di carta. Gli ingredienti ci sono tutti: azione, dialoghi a effetto, acquisizione di una nuova consapevolezza da parte del protagonista, una storia d’amore che c’è e non c’è, camei sparsi (dal regista allo stesso Stan Lee), oltre ad effetti speciali davvero notevoli e spettacolari. Spaccone quanto basta, “Iron Man” difficilmente potrà deludere le aspettative degli amanti del genere.