RECENSIONE - IO SONO CON TE
 
locandina io sono con te
Locandina "Io sono con te"

recensione - io sono con te

 
In un villaggio vicino Nazareth, poco più di 2000 anni fa, Maria (Nadia Khlifi), una giovane ragazza figlia di pastori, è promessa sposa a Giuseppe (Mustapha Benstiti), un uomo buono rimasto vedovo con due figli. Cresciuta secondo sani principi, tra cui spicca l'amore e il senso protettivo verso i bambini, Maria dimostra da subito un'innata saggezza e una fortissima personalità, andando spesso a scontrarsi con il fratello di Giuseppe, Mardocheo (Ahmed Hafiene), molto radicato alla figura dell'uomo come capofamiglia e della donna come procreatrice. Questo pensiero “sessista”, comunque diffuso al tempo, non fermerà le parole della giovane ragazza che, accompagnate da un sorriso tanto ingenuo quanto irresistibile, riusciranno a fare breccia nel cuore delle persone che incontrerà nella sua vita. Partorendo da sola in una  
 
grotta a Betlemme, con una maturità assolutamente fuori dal comune, Maria si dimostrerà una guida spirituale e terrena per il futuro Messia, suo figlio Gesù. Nel corso degli anni abbiamo assistito a tante trasposizioni cinematografiche (anche in musical, con il capolavoro “Jesus Christ Superstar”) della vità di Gesù, ma poco o niente dei genitori. L'ultima fatica di Guido Chiesa ( Il partigiano Johnny,   recensione io sono con te

Quo vadis baby? ) non ha molte pretese e, grazie anche a questo fattore, risulta di buona fattura, Nessun volto noto, nessuna ricostruzione “forzata” né colpi di scena eclatanti. Tutto è già scritto e non potrebbe essere altrimenti, ma sono la caratterizzazione dei personaggi e il “realismo” palpabile durante tutti i 100 minuti del film fanno la differenza. Maria trae la sua forza e la sua saggezza dai valori umani, per assurdo molto più vicini a quella legge divina che tanto millantano i sacerdoti con sacrifici di sangue e punizioni nel nome del rispetto della disciplina. Ella risponde sempre con convinzione alle interpretazioni delle leggi scritte, facendo sempre risaltare amore e misericordia, quasi ridicolizzando usanze del tempo come la circoncisione (definito primo atto di violenza) o certe regole ottuse del tempio. Giuseppe è un marito e un padre buono, che resta sempre ai margini (nonostante a volte per questo pensi di sbagliare) nel rispetto delle decisioni della consorte e, per questo, incolpevolmente tirato in mezzo nelle dispute con il fratello Mardocheo. La figura di Maria è molto lavorata, sia da ragazza che da adulta possiede un carisma e una serenità interiore tali da andare avanti contro ogni avversità, riuscendo anche a far ragionare i Re Magi, mandati con l'inganno da Re Erode a “studiare” i primogeniti della Galilea. Essi intuiscono il ruolo fondamentale di Maria nella “formazione” di Gesù e soprattutto marcano il fatto di quanto influisca, anche nell'educazione di un futuro Messia, la guida morale e spirituale della madre. Le scene sono state girate in Tunisia e, seppur il tutto abbia un'insolita impronta “sudamericana” , riesce nell'intento di catturare lo spettatore in una pellicola che, seppur priva di spettacolarità ha nel realismo il suo pezzo forte (in questo senso azzeccata la scelta di prendere come attori gente del posto). Generalmente "Io sono conte" scorre bene. A volte la narrazione è un po' lenta, a tratti pesante, ma nel complesso la sceneggiatura (scritta a sei mani, con Nicoletta Micheli e Filippo Kalomenidis oltre al regista) non mostra molte lacune. I fatti narrati sono quelli che si trovano nei Vangeli canonici (in particolare in quello di Luca) e la narrazione si interrompe ai 12 anni di Gesù. Si parla anche il greco, ma non dà fastidio, davvero d'atmosfera le musiche di Nicola Tescari. Nel complesso un buon film, con approfondimenti interessanti e un finale che lascia con il sorriso.


(recensione di Federico Reforgiato)


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