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Puntuale ogni due anni come i regali sotto l'albero, Leonardo Pieraccioni torna nelle sale con un nuovo film, Io e Marilyn, commedia ironica a tinte fantasy pronta a (non) fare concorrenza al rivale natalizio di Neri Parenti: altro puntuale ingranaggio svizzero.
La storia inizia percorrendo alla maniera pił classica il tema del fantasma consigliere (con tanto di ecto-icona anni '50 dalle curve mozzafiato e la vocina trillante) per poi piegare dolcemente verso un pendio di umorismo romantico e insolitamente riflessivo, frutto plausibile del connubio esperienza/etą che proiettano un Pieraccioni innovato, consapevolmente comico, mai ridondante. Gualtiero (Leonardo Pieraccioni), divorziato quarantenne manutentore di piscine, vive le sue giornate tra la compagnia di amici (Luca Laurenti e Massimo Ceccherini), le uscite con la figlia (Marta |
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Gastini) e i rimpianti verso
l'ex moglie (Barbara Tabita), ora compagna del rude e macho Pasquale (Biagio Izzo), domatore di tigri e impresario del Circo Posillipo. Ma la piattezza dei quarant'anni di Gualtiero sta per essere scombussolata dalla visita di una donna, o meglio, della donna per antonomasia, Marilyn Monroe (Suzie Kennedy), richiamata sulla terra a intervalli
regolati dai cuori degli uomini e, in |
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questo caso, da una seduta spiritica casalinga durante un temporale. Gli elementi sono tutti qui, il resto è divertente condimento. Il cinema di Pieraccioni, lontano dall'ingenua limpidezza de Il Ciclone o I Laureati , più maturo, più tecnico, perfino più corale del solito, rimane il cinema di Pieraccioni, quello dell'ilarità romantica e della toscanità. Tuttavia, se da una parte Gualtiero rappresenta la perfetta incarnazione del personaggio-Pieraccioni, sentimentale ma impacciato, cinicamente comico ma capace di Amare con la maiuscola, il resto del cast appare vario e ben articolato in un gioco di contrappesi la cui somma equilibra il peso del protagonista. E anche quando l'occhio cade su Massimo Ceccherini o Rocco Papaleo, (presenze costanti nei film del regista), i loro ruoli ben determinati fugano la malizia e, calzando a pennello, li rinnovano. Poi è la volta di Suzie Kenedy, iconicamente pregna, presente, ma dai toni recitativi ridondanti e dubbi, forse perché dichiaratemente ostentati e atteggiati sul calco della Monroe: figura funzionale insomma, ma alla quale il film deve poco, se non il nome. Prodotto in collaborazione con medusa, Io e Marilyn apre le porte della stagione natalizia a colpi di sorrisi, risate e risvolti decisamente più profondi della media di stagione, innalzando qualitativamente (sempre nell'ambito del cine-panettone o, come ha dichiarato lo stesso regista, del cine-digestivo) la proposta cinematografica nazionale.
(di Marco Trani )
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