gnata anima
e corpo a
portare in
salvo il figlioletto,
dove? come?
da chi? quando
e perché?
non ci è
dato sapere,
come se il
presunto/scontato
amore di una
madre per
un figlio
bastasse di
per sé
a fare una
sceneggiatura.
Lei lotta
per non addormentarsi
(e noi con
lei) mentre
in evidente
stato confusionale
fuori e dentro
lo schermo
non riesce
più
ad azzeccare
un film decente
(ai divi di
Hollywood
talvolta succede:
al culmine
della carriera
improvvisamente
impazziscono.
Tra i casi
accertati
c’è
quello di
Edward Norton
che si appresta
a fare l’incredibile
Hulk). Con
lei un inutile
Daniel Craig
in un ruolo
che se venisse
cancellato
in toto nessuno
se ne accorgerebbe.
Fastidioso
come pochi
il bambino
(occhioni,
sorrisini,
vocina, capelli
biondi, avete
presente?)
capace di
far rimpiangere
la peggior
Dakota Fanning
(ma non svegliamo
il can che
dorme…).
Ma la ciliegina
sulla torta
è rappresentata
dalla moralina
finale spiaccicata
a mo’
di frasetta
sui titoli
di coda come
amara e riflessiva
nuova consapevolezza
acquisita
dopo la disavventura:
il mondo è
cattivo perché
l’essere
umano è
umano. Solo
se si togliesse
all’uomo
la sua umanità
il mondo potrebbe
diventare
migliore.
E allora sì,
che ci infettino
tutti, così
non proveremmo
più
odio, non
avremmo più
guerre, più
carestie,
più
catastrofi
e chissà,
magari non
dovremmo nemmeno
più
subire film
come questo.
(recensione
di Mirko
Nottoli
)