IN UN MONDO MIGLIORE - RECENSIONE
 
locandina in un mondo migliore
Locandina "In un mondo migliore"

in un mondo migliore - recensione

 
“In un mondo migliore”, ultimo lavoro di Dusanne Bier, rappresenta uno dei valori aggiunti dell’ultimo Festival del Film di Roma. In partenza c’erano pochi dubbi sulla profondità del messaggio e lo spessore dei contenuti, considerate la sensibilità comunicativa e il talento dell’autrice, tuttavia il film riesce ad andare oltre le aspettative e ad avvicinarsi al capolavoro. Il parallelismo tra la brutalità e la degradazione di un paese africano e la violenza celata sotto le spoglie di un tranquillo paese nella periferia danese, pone le basi per delle riflessioni difficili e coraggiose sull'essenza della società in quanto tale e sull'interrelazione tra ogni contesto sociale e la sfera psichica, emotiva ed estintiva degli esseri umani che la popolano. Considerazioni generali scaturite da intrecci narrativi ben studiati e avvincenti, al servizio di un  
 
messaggio universale che va oltre le frontiere fisiche e geografiche. Lo sguardo vigile e distaccato della regista ci regala un ritratto vivo, fremente ma imparziale dei drammi umani quotidiani, nati quasi sempre dall’incomprensione e l’incomunicabilità, dalla distorsione che un mondo malato impone alla natura individuale. “In un mondo migliore” è quindi uno sguardo verso il futuro, quasi un auspicio che coloro che sono   recensione in un mondo migliore
meno incontaminati dai mali del mondo, ovvero i più piccoli, possano riuscire ad affrontare la vita nonostante tutto. Grande merito dei due attori adolescenti e ovviamente di chi li ha diretti, se la forza e la purezza del racconto siano giunte intatte e sorprendentemente limpide allo spettatore. Da non perdere.

(recensione di Lucio De Candia)


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