mento da parte
del pubblico,
latitano.
A chi interessa
l'argomento
(e naturalmente
si spera che
siano molti)
non si pentirà
di vedere
il film, ma
agli altri
il lavoro
non offre
molto. Alcune
immagini sono
molto belle
(le surreali
architetture
delle stazioni
d'ascolto
con le loro
enormi cupole
bianche, gli
splendidi
panorami del
Monte Bianco)
ma non bastano
a riempire
il vuoto di
sceneggiatura.
Gli attori
non brillano
per personalità.
Michael Parks,
definito da
Quentin Tarantino
"il più
grande attore
vivente",
si distingue
per apatia
e recitazione
monocorde.
Maya Sansa,
ormai una
delle attrici
di punta del
cinema d'autore
italiano,
è al
di sotto delle
sue possibilità
(probabilmente
per l'inconsistenza
del suo ruolo).
James Parks
("il
cattivo"
della situazione)
è perennemente
sopra le righe
e interpreta
un personaggio
non credibile.
Andrea Tidona
(Nastro d'Argento
per "La
meglio gioventù")
è forse
il migliore
in campo nell'interpretare
l'ex ufficiale
dei servizi,
al contempo
burbero e
allegro nei
rapporti e
geniale nel
lavoro. La
televisione
migliore (Quark,
History Channel.)
ci ha ormai
abituato a
documentari
di notevole
spessore con
drammatizzazioni
per renderli
maggiormente
fruibili e
piacevoli.
Ecco, "In
ascolto"
li richiama.
(di Leo
Pellegrini
)