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recensione in
amore niente regole
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C’è stato
un tempo in cui lo
sport non era sulle
prime pagine e i giocatori
non erano delle star.
Al giorno d’oggi
si fa fatica a crederlo,
eppure era così.
Alla fine della Prima
Guerra Mondiale in
America non esisteva
una vera lega professionistica
di football, i giocatori
erano rozzi, guadagnavano
poco, bevevano e rischiavano
il collo. Poi arrivarono
le sponsorizzazioni
e lo sport professionistico.
Dopo aver affrontato
la tv spazzatura e
la tv impegnata (Confessioni
di una mente pericolosa,
Good Night and Good
Luck) attraverso toni
drammatici e senza
partecipare come attore
protagonista, per
la sua terza regia,
George Clooney sceglie
di metterci la faccia
e di buttarla in commedia.
Anzi, in una sofisticata
commedia che rimanda
alla migliore tradizione
hollywoodiana. Il
ma(g)nifico George
estrae tutta la sua
verve e tut- |
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te
le
sue
faccette
più
buffe
per
trasformarsi
in
Dodge
Connely,
un
moderno
Cary
Grant
con
casco
paracolpi
e
maglietta
infangata.
Renèe
Zellwegger,
dal
canto
suo,
è
una
perfetta
sparring
partner
della
battuta:
sa
il
fatto
suo
e
ogni
frase
va
a
segno,
trasformando
la
sua
Lexie
Littleron
in
una
perfetta
Ragazza
del
Venerdì
(1940).
Ma
come
spesso
accade
alle
coppie
della
commedia
americana,
bisogna
fare
i
conti
con
il
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terzo incomodo
che costituisce
il triangolo.
L’eroe
di guerra
e grande giocatore
di football
Carter Rutherford
(John Krasinski)
sembra un
uomo perfetto
e per questo
potrebbe avere
qualcosa da
nascondere.
Ma non fatevi
ingannare
dalle apparenze.
"In amore
niente regole"
racconta molto
di più
di un classico
triangolo
amoroso con
battute al
vetriolo sullo
sfondo del
football ai
tempi del
proibizionismo.
Come nel sempre
troppo poco
celebrato
"Mr Hula
Hoop"
dei fratelli
Coen, ai quali
Clooney deve
molto, il
tema di "In
Amore niente
regole"
è la
perdita dell’innocenza.
Cosa succede
quando il
merito, l’iniziativa
e il divertimento
diventano
meno importanti
del profitto
e della gloria?
Che fine fa
la verità?
In "In
amore niente
regole"
la verità
viene continuamente
sbeffeggiata:
sui giornali,
nelle conversazioni,
nel dichiarare
la propria
età.
E’ come
se gli sceneggiatori,
ma ancor di
più
il regista,
volessero
provare che
quello fu
l’inizio
della fine.
Ma niente
paura. Il
risultato
non è
pesante nè
moralista.
Anzi, si ride
e molto. Battute
veloci e frizzanti,
ambientazione
credibile
e scene di
gioco comprensibili
anche per
non appassionati
di sport americani.
Da non perdere
il primo incontro
tra Dodge
e Lexie nella
hall dell’albergo
o il dialogo
nella cuccetta
del treno
con quelle
tendine rosse
che non possono
non rimandare
alla tensione
sessuale che
rappresentavano
le mura di
Jericho in
"Accadde
una Notte"
di Frank Capra.
(recensione
di Sara
Sagrati
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film "in
amore niente
regole"! |
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