|
|
|
|
Locandina "Il Rito" |
|
|
|
Non passa stagione senza un film di esorcisti. Tema tra i più frequentati dal cinema, non sono passati che pochi mesi da “L’ultimo esorcismo” che già ce ne piomba un altro tra capo e collo: Il rito, dello svedese Mikael Hafstrom, che in una ipotetica classifica dei dieci peggiori film di esorcisti, ambisce senza dubbio al podio. Tratta, ci dicono, da una storia vera (e noi ci crediamo), l’ultima fatica del regista scandinavo che già diresse il dimenticabile 1408, regge fino a che si mantiene sui binari del razionale (cioè, nemmeno un tempo) per poi gettarsi a scatafascio quando alla fredda cronaca subentra l’elemento sovrannaturale. Che si materializza in una proliferazione di rane e di gatti, ruggiti gutturali d’oltretomba, un braccialetto ubiquo, un mulo dagli occhi iniettati di sangue con risultati più affini a il Piccolo Diavolo di Benigni che a L’esorcista di |
|
|
|
Friedkin. Peccato perché l’aspetto più intrigante e cioè il corso al Vaticano per esorcisti e la disputa interna tra possessione e schizofrenia che da sempre divide e sconcerta chiesa, medicina e opinione pubblica, viene presto abbandonato per inseguire più modeste trame horror dagli sviluppi incongrui e farraginosi. Il giovane prete scettico (tal Colin O'Donoghue), che ha preso i voti per non seguire le orme del |
|
|
|
padre tanatoesteta (strano aut aut), scoprirà che per credere in Dio dovrà prima credere nel Diavolo, che la fede se la si è persa la si può ritrovare alla stregua di un portafogli e che l'eterna lotta tra il Bene e il Male può anche finire in rissa, con una bella scazzottata come in un film di Bud Spencer e Terence Hill. Nei panni del vecchio prete scaccia-demoni, in una Roma rumorosa e fatiscente, sir Anthony Hopkins che ha già annunciato una dozzina di volte il suo ritiro dalle scene e forse sarebbe ora che mantenesse la parola. Per l'occasione prova a spaventare gli astanti facendo baluginare il solito sguardo glaciale alla Hannibal Lecter, ma è un Hannibal Lecter dopo la lobotomia. I registi gli fanno fare ormai di tutto, dal cartoon beota all'uomo lupo incanutito fino a Odino padre di Thor, e lui fa tutto con la stessa aria catatonica e indifferente di chi sembra possa cadere da un momento all'altro in preda alla narcolessia. Oltre a lui troviamo anche Rutger Hauer e, a completare il quadro, una breve apparizione della nostra Maria Grazia Cucinotta. “L'orrore”, come diceva il colonnello Kurt.
(recensione di Mirko Nottoli )
|
-
Scrivi la tua
recensione del
film "Il Rito"!
- Consulta tutte le recensioni |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2011.
Recensioni e articoli, tutti i diritti sono riservati.
|
|
|