del mondo
è nelle
sue mani perché
solo lui potrà
ristabilirne
l’equilibrio.
I produttori
hanno fatto
un lavoro
di revisione
del testo
originario,
preoccupandosi
di epurare
dalla narrazione
tutta la parte
lirica del
libro in cui
vengono descritte
le fantasia
presenti nella
mente del
ragazzo per
tentare di
rendere esplicito
quello che
nel romanzo
viene espresso
in maniera
interiore.
Il risultato
finale è
una storia
essenziale
che non brilla
per originalità.
Le ambientazioni
medievali,
così
come il fantasy
gotico, che
dovrebbe essere
il vero punto
di forza del
film, sono
appena accennate,
per cui non
riescono a
suscitare
il fascino
proprio del
genere. Dietro
la macchina
da presa c’è
il regista
David L. Cunningham
(11 settembre-Tragedia
annunciata)
che, nel tentativo
di sopperire
alla mancanza
di contenuti
sullo schermo,
fa girare
nell’aria
in modo vorticoso
la macchina
da presa senza
alcun motivo,
quasi fosse
un puro esercizio
di stile.
In considerazione
di tali premesse,
l’unico
interesse
va ricercato
nei personaggi
che però
sono assolutamente
privi di spessore.
In particolare
il protagonista,
Alexander
Ludwing, scelto
per il suo
aspetto di
ragazzo normale
e riconoscibile,
appare inadatto
dar corpo
e spessore
ad un personaggio
su cui grava
la responsabilità
della salvezza
del mondo.
(recensione
di Beatrice
Matozzo
)