giudicare
o essere retorico
(parrebbe
quasi “costruito”
sull'onda
xenofoba del
momento ma
sceneggiatura
e trama sono
state concepite
tre anni fa)
e di lasciare
che i personaggi
e la storia
si spieghino
semplicemente
incatenando
un'azione
all'altra.
Non ammorba
con spiegazioni
o retroscena
ridondanti
ma dipana
asciutto la
morale del
caso e delle
vite intrecciate
sconvolte
dalla tragedia.
Monocorde
e quasi scialbo
nelle fotografia
ma con punte
di efficace
determinazione
e capacità
narrativa.
Più
coraggio e
originalità
(anziché
pescare a
piene mani
nel cinema
dei fratelli
Dardenne solo
per citare
l'esempio
più
evidente cui
si ispira
il regista)
avrebbero
contribuito
a innalzarlo
verso un'opera
più
completa e
personale.
(di Daniela
Losini )