IL RABDOMANTE
 

recensione il rabdomante

 
Girato nella splendida cornice dei paesaggi materani (i sassi e non solo) Il Rabdomante racconta la storia di Felice, un contadino timido e solitario con il dono della rabdomanzia nelle mani. A sconvolgere la sua vita ci penserà Harja, una bellissima ragazza dell’est scappata da un malavitoso che l’aveva fatta venire in Italia con l’inganno. Tra i due nascerà una bella amicizia che li porterà a trascorrere un periodo felice di vita insieme. Ma il dono di Felice dà fastidio agli interessi di personaggi spregiudicati e prepotenti che, guarda caso, sono gli stessi che volevano costringere Harja ad una vita d’inferno. Così la loro vita pseudo-romantica e buffa riceverà una brusca sterzata drammatica dalla quale usciranno non senza qualche perdita importante. Girato benissimo dal regista Fabrizio Cattani già aiuto-regista di Ferreri e Ozpetek), il film è un piccolo  
 
capolavoro che racconta con leggerezza, ma non privo di intuizioni geniali, la vita di un contadino che “sente l’acqua”. Il film parte da un’idea dello stesso protagonista Ivan Zullini, bravissimo nel caratterizzare il suo personaggio, che ha scritto la sceneggiatura insieme al regista. Ritmo scorrevole e numerose gag mai banali sono i punti di forza di quest’opera che, purtroppo, non ha la distribuzione che merite-  
rebbe. Si è parlato tanto di crisi del cinema e, alcune volte, si è vista una stretta connessione tra questa e la cosiddetta crisi dei valori che attanaglia la nostra società. Sarebbe invece l’ora di affrontare un discorso serio su come incoraggiare la creatività italiana con finanziamenti più cospicui e accessibili. Che le idee non mancano è dimostrato da questo film. Il consiglio è di vederlo; la difficoltà sta nel trovarlo.

(recensione di Delio Colangelo )


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