IL PADRE E LO STRANIERO - RECENSIONE
 
locandina il padre e lo straniero
Locandina "Il padre e lo straniero"

il padre e lo straniero - recensione

 
Diego, un grigio ministeriale che va in giro con una macchina scassata, è sposato con Lisa e ha un figlio Giacomino con un grave handicap psicomotorio. Lisa e Diego sono ormai una coppia spenta, non solo fisicamente ma anche mentalmente, l’avere un figlio disabile ha creato tra loro una crepa profonda. Lisa, per seguire il bambino bisognoso di cure e amore ha abbandonato il suo lavoro di fotografa, senza mai annullarsi in questo suo ruolo. La figura femminile è in secondo piano nel film, anche se si sente l’amore della madre per il figlio, il suo riscatto verrà quando ci sarà una presa di coscienza di Diego con l’accettazione del suo essere padre. Nel centro di riabilitazione dove Diego porta Giacomino incontrerà Walid, arabo, anche lui ha un bambino Yussef, affetto da una sindrome molto più grave. Tra Diego e Walid scatterà una  
 
grande amicizia che porterà Diego a rivedere tutta la sua vita. Il regista avrebbe dovuto sviscerare con più cura il percorso interiore di crescita del protagonista, senza saltare da una cosa all'altra. L'arabo Walid è un uomo estremamente misterioso, viaggia su macchine lussuose, non parla mai di se, l'unica realtà che vediamo è suo figlio. Sarà lui a far scoprire a Diego una Roma medioorientale e valori ormai   recensione il padre e lo straniero

dimenticati. lNel film c'è il confronto tra le due culture e tra due uomini accumunati dal profondo dolore per i figli, una realtà che vivono in modo totalmente diversa, l'accettazione da parte dell'arabo e la paura per la diversità da parte di Diego. La conoscenza e l'amicizia con Walid porterà Diego ad interrogarsi sulla vita e a mettere in discussione tutto. Il suo rapporto familiare cambierà, ci sarà l'accettazione dell'essere padre. Bella la scena di forte impatto in cui Alessandro Gasman, Diego, tiene tra le braccia il bambino e lo lava sotto la doccia. Walid però nasconde grandi segreti, a un cero punto sparirà e Diego a sua insaputa resterà coinvolto nella storia venendo indagato dai Servizi Segreti. Ma l'amicizia di Walid è sincera o Diego è solo una pedina di un intrigo internazionale? Diego sarà messo sotto torchio da un uomo viscido dei Servizi Segreti ma non parlerà, vorrà infatti scoprire da solo il mistero che riguarda l'amico. Il mistero nel film permane, molte cose restano totalmente oscure , il regista dà allo spettatore una metafora in cui non tutto può essere svelato. Ricky Tognazzi ha la presunzione di voler racchiudere un po' tutto, c'è il noir, c'è il sentimento, c'è l'amicizia, c'è l'incontro tra due culture, senza mai andare a fondo di niente tutto resta in superfice. Il regista tenta anchela spy story per poi ritornare al sentimento. Alessandro Gasman fa di tutto per dimostrare la sua bravura anche se cade più volte nel grottesco specie quando urla con il prete o durante l'interrogatorio. Il film tratto dal libro di De Cataldo, vuole essere tutto ma non riesce in questo intento, i temi trattati sono importanti ma guardati in modo superficiale, tutto questo rimanda allo spettatore solo confusione, si è al limite della fiction. Una nota di merito va alla musica che accompagna il film decisamente bella di Carlo Siliotto.


(recensione di Adele De Blasi)


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