IL MISTERO DELLE PAGINE PERDUTE
 

recensione

 
Seconda puntata delle avventure di Benjamin Gates (Nicholas Cage scolpito nella chioma come Tom Hanks ne "Il codice da Vinci") ricercatore puntiglioso, nemico delle acrobazie da supereroe ma amico degli enigmi e dei rompicapi (cinque minuti con un professore così sono magnifici, due ore le senti tutte). La squadra è riproposta al completo: Diane Kruger è la scattante curatrice museale, Justin Bartha il geek stupido/burlone, John Voight il babbo onnipresente mentre Harvey Keitel ha la parte più inutile del mondo, il comprensivo agente FBI. I nuovi acquisti sono lo pseudocattivo Ed Harris e la burbera madre del protagonista esperta in lingue antiche, Helen Mirren. La nuova caccia al tesoro inizia al momento del recupero delle pagine strappate di un diario legato alla morte di Abramo Lincoln e che offrono una  
 
nuova interpretazione della storia. Parte la ricerca e la decifrazione degli indizi che porteranno alla scoperta di una fantomatica doratissima Città D'Oro tra segni e tracce nascoste a Parigi, Londra, libri segreti (attenzione a un'altra pagina strappata la numero 47 che prelude all'episodio numero tre) sino allo Studio Ovale del Presidente degli Stati Uniti. Dalla sua “ll Mistero delle pagine perdute"  
ha la cristallina intenzione di essere puro intrattenimento stile luna park, di dichiararsi subito come possibile alternativa ai cartoni animati per le uscite familiari durante le feste natalizie, una buona dose di umorismo involontario unita a quello volontario e un'ottima e roboante scena di inseguimento a Londra girata con grande realismo. Quel che resta è una lussuosa pellicola pop-up (ci riferiamo a quei libri con le pagine che si costruiscono come una scenografia) con didascalie da museo delle cere.

(recensione di Daniela Losini )


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