IL MESSAGGERO
 
locandina il messaggero

recensione il messaggero

 
A una prima valutazione, "Il Messaggero" (titolo originale "The Haunting in Connecticut") potrebbe apparire come l'ennesima operazione horror estiva. Appronfondendo, ci si accorge che è un film onesto, senza sbavature. Rispetta i cliché del genere e in qualche modo, rassicura la platea avvezza a tali visioni. Favorito dal grande successo al botteghino Usa, "Il Messaggero" si presenta subito per quello che è: una storia che prende spunto da un fatto realmente accaduto, una storia che parla di una casa cattiva e di un messaggio medianico da consegnare. Una madre coraggio (Virginia Madsen) decide di affittare una casa per poter portare il figlio gravemente malato (Kyle Gallner) il più vicino possibile al luogo di cura. La famiglia si installa nella nuova abitazione e subito è chiaro che la fragile  
 
situazione di morte e vita nella quale sta sopravvivendo il figlio, lo rende sensibile ai richiami degli spiriti. La fiducia della famiglia vacilla: il padre (Martin Donovan) perde il lume della ragione durante il duro percorso di trattamento, il ragazzo è in balia della malvagità della casa e solo un prete (Elias Koteas) sembra saper riuscire a leggere gli eventi. Visioni, avvertimenti, messaggi indecifrabili, vecchie leggende sui   recensione il messaggero
morti, nenie crudeli che imprigionano le anime, mutilazioni rituali, orridi sogni che non lo sono, realtà senza scampo che paiono peggio della tortura dell'aldilà. Come indicavamo all'inizio siamo al cospetto di un onesto film che rispetta le regole e usa la carta della vicenda vissuta per imbastire una storia convicente, prevedibile e quasi mai cialtrona. Una piccola certezza, in questa desertica estate.

(di Daniela Losini)


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