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recensione il
matrimonio di
tuya
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Ha senso parlare di
neorealismo cinese?
Il Matrimonio di Tuya,
vincitore dell'Orso
d'Oro nell'ultima
edizione del festival
del Cinema di Berlino,
sembrerebbe un'opera
nata con intenti neorealistici
o quanto meno documentaristici.
Il film racconta la
storia di Tuya, donna
forte e fiera, che
lavora duramente come
pastore per provvedere
alla sua famiglia
composta da due figli,
un marito rimasto
paralitico scavando
un pozzo per l'acqua,
100 pecore e un grande
campo da pascolo.
La vita è dura,
sempre più
spesso i pastori abbandonano
i campi e si fanno
tentare da case più
comode, mezzi di trasporto
più veloci
e da una vita "più
moderna". Tuya
no. Lei ama la sua
vita, ama suo marito
e la sua famiglia
e vorrebbe poter provvedere
a se stessa e ai suoi
cari, ma così
non può continuare.
Su insistenza del
consorte decidono
di divorziare, così
da potersi |
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risposare
e trovare
un uomo
che
provveda
alla
famiglia.
Tuya
accetta
a malincuore,
ma pretende
che
il nuovo
marito
si prenda
l'impegno
di provvedere
anche
all'ex
coniuge.
Girato
quasi
esclusivamente
con
attori
non
professionisti
(solo
Nan
Yu che
interpreta
Tuya
è
una
vera
attrice)
il film
vuole
mostrare
le attuali
condizioni
degli
abitanti
del
territorio
a nord
ovest
della
mongolia
interna
cinese.
Il regi- |
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sta
Quanan Wang
ama molto
la Mongolia,
terra natia
della madre,
e ha voluto
documentare
i cambiamenti
che questa
remota zona
di mondo sta
subendo, prima
che tutto
finisca. Rattristato
dalla situazione
e molto determinato,
ha scelto
di girare
nell'ultimo
terreno da
pascolo che
non è
stato abbandonato
dagli abitanti
a seguito
delle pressioni
dagli amministratori
locali per
lasciare i
campi a favore
delle città.
Ha utilizzato
come attori
pastori locali
e la storia
è ispirata
da una vicenda
reale. Il
risultato
è un
film che si
apre e si
chiude con
le lacrime
della bella
protagonsita,
come a voler
lanciare un
messaggio
d'aiuto, sia
per la perdita
di un mondo
che per la
solitudine
che Tuya deve
sopportare
nei confronti
di un mondo
maschile allo
sbando. In
questo senso
il film può
essere letto
in un'ottica
neorealista.
Ogni scena
racconta piccole
storie di
vita quotidiana
rurale contrapposte
ad elementi
della modernità.
E se nella
cucina di
Tuya c'è
sempre una
pentola sul
fuoco e le
cavalcate
a dorso di
cammello o
cavallo sono
sempre accompagnate
da bellissimi
tramonti e
prendere l'acqua
al pozzo è
faticoso ma
soddisfacente,
ogni volta
che entra
in campo una
macchina,
un camion,
un telefono
cellulare
succede sempre
qualcosa di
spiacevole.
Il vicino
di casa viene
coinvolto
in un incidente
prima con
la moto e
poi con il
camion, la
macchina del
pretendente
Baolier è
ferma in mezzo
ai campi e
quando il
telefono squilla,
porta cattive
notizie. Un
film certo
non consolatorio,
ma sicuramente
molto interessante
anche e soprattutto
per rendersi
conto dei
cambiamenti
della Repubblica
Popolare Cinese
di oggi, schiacciata
politicamente
da un comunismo
sempre più
vicino al
consumismo
capitalistico,
dove la distinzione
tra pastori
e uomini d'affari
è sempre
più
marcata, dove
la sanità
si paga, dove
esistono i
petrolieri
e dove il
matrimonio
è una
questione
d'affari.
(recensione
di Sara
Sagrati
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film "il
matrimonio di
tuya"! |
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