IL MATRIMONIO DI LORNA
 
locandina il matrimonio di lorna

recensione il matrimonio di lorna

 
Presentato all'ultimo Festival di Cannes "Il Matrimonio di Lorna" diretto dai preziosi fratelli Dardenne (il titolo originale "Le silence de Lorna" nasceva già perfetto, perché cambiarlo?), giunge finalmente nel circuito ufficiale di distribuzione. Lei (Arta Dobroshi, viso spigoloso e occhi vivissimi) sopporta la convivenza forzata con un drogato, umano tramite, necessario a ottenere la cittadinanza belga. L'accordo coi banditi, è di farlo fuori e conseguire l'obiettivo della regolarità. Una volta certificata la vedovanza, Lorna potrà riproporsi come sposa per un nuovo cliente (questa volta russo). Lorna ama un sans papier col quale sogna di aprire una tavola calda, Lorna riceve pressioni e sebbene, nei patti non sia contemplato alcun sentimento di qualsivoglia natura per la vittima, (l'attore Jeremie Renier, visto ne "L'enfant" e “In Bruges”) scatta  
 
qualcosa. Inaspettato, l'imponderabile si palesa e ogni argine prestabilito, crolla. I Dardenne sperimentano, utilizzando la consueta precisione, sottrazione di emozioni, potente capacità di racconto sommesso ma svoltano, decisi, verso un registro nuovo. Stralci di follia e dolore manifesti, deliri e colpe che deviano dal percorso originale. E l'urlo finale: quando la pazzia inghiotte tutto. Partono dalla propria personale   recensione il matrimonio di lorna
visione per approdare alla scoperta di territori narrativi più ampi: forse vi è ancora molto da espletare. Forse è vi è troppo in sospeso. Certo, Rosetta (lo splendido film che li portò a conoscenza del grande pubblico) è cresciuta nei tratti e nelle azioni. Forse qualcosa si disperde: ma con granitica classe.


(di Daniela Losini )


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