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Facendo della sin troppo facile speculazione sul titolo e sul film, sarebbe stato decisamente meglio (molto meglio) che "The Unborn - Il Mai Nato", davvero lo fosse stato di nome e di fatto e cinematograficamente parlando. Sin dalle prime battute, scatta il ridicolo. Nemmeno The Grudge aveva lasciato cosė scontenti. Nemmeno esacrabili ma dignitosi filoni di serie z e filmacci come "Alone in The Dark" o "Il Ritorno dei pomodori assassini", avevan strappato sarcasmo e risate involontarie come questo mischione di leggende horror, riti satanici, diavoli deportati, libri rituali, bambini satanassi, case maledette,
vecchie menagramo, walkie talkie minaccianti e ci è gradito porgere preventive scuse, ai clichè dimenticati. La graziosa Odette Yustman (Cloverfield) ha delle visioni: scopre di esser sopravvissuta a scapito del |
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gemello esangue, patologia neonatale per cui un feto gemello soccombe, assorbito dal pių forte.Teme di essere pazza come la madre che si suicidō sconfitta dalla depressione. Ma ricongiungendo le tessere del suo passato, che arriva sino ad Auschwitz, recupera parentele perdute ma reticenti alle spiegazioni; scopre di aver ereditato non solo tratti genetici dalla famiglia ma anche il fantasmino a corredo. Solo
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un rito "yiddish" potrebbe garantire che lo spirito maligno non si tramandi più per linea genealogica e qui, fa capolino un Gary Oldman che così stanco e affaticato non l'avevamo mai visto. Il resto è riempitivo: armadietti del bagno che dan bussate sospette, cani a teste rovesciete, vecchi decrepiti dalla polio che corrono a quattro zampe sulle scale, specchi rotti e maledizioni un tanto al chilo; mentre regna imperatrice, indiscussa e sovrana, la noia.
(di Daniela Losini)
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