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IL MAESTRO E LA PIETRA MAGICA |
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Enormi poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale. Cosė la cara Disney di qualche anno fa portava sul grande schermo, ancora in versione cartoon, travolgenti trasformazioni, smisurate e magiche acrobazie nelle mani di un genio e di uno stregone in grado di realizzare qualsiasi cosa, tra colori brillanti, battute divertenti e giochi di prestigio tipici di una tradizione a cui gli italiani sono affezionati e che ormai rimpiangono. Č un'impresa assolutamente ardua allora quella di far arrivare nella nostra penisola, cosė legata ai ricordi, il progetto di una favola fantasy in un film animato da streghe cattive, uomini di pietra e magia nera con lo stesso marchio, soprattutto se non č del tutto convincente come il kolossal russo Il Maestro e la Pietra Magica. Gli enormi poteri cosmici ci sono ancora, quelli della Contessa di Pietra |
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che comanda soldati malvagi per conquistare la terra, lo stesso per i minuscoli spazi vitali visto che tutto dipende da una piccola pietra magica e che per entrare nel regno malefico si passa da un pozzo, ma niente, tranne il lieto fine in nome dell'amore e dei buoni principi, è travolgente (e tanto meno originale) come lo sarebbe stato tempo fa. Tutto ha inizio quando nella Foresta Infinita, che nel suo massimo splendore ricorda |
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tanto il Regno di Oz, con lo stesso arcobaleno, gli stessi fiori, solo i diamanti al posto degli smeraldi, la giovane figlia di una strega Baba Jaga trova una pietra magica, l'Alatyr, ne resta ammaliata e ne cade vittima dell'incantesimo: si trasformerà nella temibile Contessa di Pietra e vivrà segregata nella Torre. Nel suo regno parla con uno specchio magico a cui domanda se sia lei la sovrana di tutte le forze oscure, facendo il verso alla strega cattiva di Biancaneve, ammaestra un esercito di uomini di pietra, gli Ardari, per seminare il panico tra i comuni mortali e aspetta che si realizzi la profezia secondo cui il Sommo Maestro Intagliatore darà vita all'Alatyr e le permetterà di dominare il mondo intero da tiranna. Il remake però non è finito: nella Foresta c'è la strega Baba Jaga che trova l'apprendista intagliatore Ivan che si vuole cucinare in pentola e mangiare (come la vecchina voleva fare con Hansel e Gretel), la pietra magica poi, quando sarà lavorata dal ragazzo per esaudire gli ordini della Contessa di Pietra, assumerà le sembianze di una rosa che per dimostrare di essere in vita perde i suoi petali, stessa procedura della Rosa dell'Incantesimo tra la Bella e la Bestia. Da scene oscure e minacciose stile Signore degli Anelli come l'arrivo degli Ardari a cavallo, accompagnati da una musica da combattimento che si presta bene al rumore delle spade dei guerrieri, si passa alla festa del villaggio della steppa con abiti folkloristici ed un Re pasticcione e buono a nulla con il vizio di frustare il suo popolo per qualsiasi capriccio (imitare anche nell'esclamazione il "tagliatele la testa" della Regina di Cuori del Paese delle Meraviglie sarebbe stato davvero eccessivo) dalla figlia soprappeso, capricciosa e così tanto kitsch. Ciliegina sulla torta, prima dei combattimenti tra il giovane Maestro e gli uomini dal cuore di pietra, a guidare Ivan nel Regno della Strega Malefica per salvare la vita alla ragazza amata c'è un gomitolo di lana dalla voce meccanizzata ed usato come navigatore satellitare, fuori luogo per gli adulti, incomprensibile per i bambini. Girato nel 2008 in Russia Il Maestro e la Pietra Magica è il primo film che la Walt Disney produce e distribuisce con attori, troupe e produzione totalmente russa, un territorio dove certe trovate di un fantasy particolarmente lento nella regia possono essere apprezzate; in Italia invece non si può fare a meno di rimpiangere l'adorato e televisivo Fantaghirò dotato di qualche effetto speciale in più. Molto nostalgico, l'aspetto fiabesco con il quale il regista passa da una scena all'altra, bloccando l'immagine e trasformandola in un disegno a colori di un libro di cui si gira la pagina, come la nonnina che spunta alla fine della storia dalla sua finestrella - voce fuori campo dell'intera vicenda - che saluta i giovani spettatori e chiede loro perché stanno già scappando. Magia premonitrice, o meglio, una trovata più che mai azzeccata.
(di Andrea Dispenza)
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