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IL GIOIELLINO - RECENSIONE |
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Locandina "Il Gioiellino" |
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il gioiellino - recensione
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Andrea Molaioli ancora una volta conferma il suo sodalizio con Tony Servillo, dopo il successo ottenuto con“la ragazza del lago”.
Il film è in parte ispirato alla vicenda del crac Parmalat, ma contrariamente a quanto si possa pensare non vuole essere un film di denuncia bensì parla di un fatto di cronaca sul quale riflettere. Una grande azienda del settore agro-alimentare, la Leda, nota in cinque continenti e quotata in Borsa, continua la sua espansione diventando a detta del suo fondatore, Amanzio Rastelli, un autentico gioiellino. Amanzio Rastelli (Remo Girone), ha messo nei posti di comando i suoi parenti stretti tra cui: il figlio, la nipote e alcuni manager di cui nutre grande stima, malgrado abbiano solo il diploma di ragioniere. La nipote Sara,(Sara Felberbaum), laureata in economia a Londra, sarà messa al fianco |
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del grigio ragioniere Ernesto Botta (Toni Servillo). Tra i due dopo incomprensioni dovute a una diversa visione degli affari, scatterà un attrazione che porterà a una relazione. Ma la donna scinde gli affari dall'amore e l'amore morirà nel momento in cui lei avrà un altro obiettivo. Naturalmente il team creato da Rastelli è totalmente impreparato per le sfide del mercato. La Leda entrando in questo meccani- |
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smo perverso finisce con l'indebitarsi sempre di più.. Ernesto Botta, ragioniere del gruppo, cerca di aiutare la Leda falsificando bilanci, chiedendo aiuto ai politici,azzardando operazioni finanziarie sempre più ardite. La situazione è irrimediabilmente compromessa e intorno a loro c'è una crepa talmente profonda che inghiottirà tutto. Andrea Molaioli non si prefigge di fare un film che scava solo nella new economy, in realtà è uno spaccato di un paese di provincia dove aldilà della tranquillità apparente si nascondono misteri, malesseri. Il regista ritorna ancora una volta al tema sviscerato ne “la ragazza del lago”: in una cittadina del Nord, dove tutti si conoscono e tutti sanno tutto di tutti, un piccolo imprenditore riesce a farsi largo diventando capo di una multinazionale, incutendo rispetto e stima. Il film pone un grosso accento sul mondo della finanza e sulla crisi finanziaria, ponendo un accento critico sulla gestione del gruppo allegra e scriteriata. I personaggi del film rappresentano varie umanità che il regista guarda non con la curiosità del giornalista, ma li mette sotto lo sguardo degli spettatori nella loro intimità. Nel film c'è anche una grande sacralità, la religione è funzionale a chi è portatore di valori, ma poi si contraddice con i fatti (politici, imprenditori) corrotti. La religione viene vista come una forma che preserva da ogni critica, il credo è una carta usata dai potenti per dare un immagine buona di benefattori e fautori del progresso. I personaggi sono tutti schizofrenici, sull'orlo dell'abisso ma fingono che tutto vada bene. Molaioli non si appiattisce sui fatti di cronaca ma ha una grande grazia nelle riprese. Il cast conta attori splendidi, dove fanno la parte dei leoni Remo Girone e Toni Servillo monumentale, grigio ragioniere. La colonna sonora di Teo Tehardo è tesa e appassionante. Il montaggio è frenetico e ritmato. Il film esce nelle sale il 4 marzo con 170 copie.
(recensione di Adele De Blasi)
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